di Paolo Rapeanu
Castello a settembre 2018? Un rione ingolfato dai problemi, da qualunque lato lo si voglia vedere. Da quello del bastione di Saint Remy, ancora incerottato e con i venditori abusivi padroni della terrazza panoramica, dalla zona del parcheggio “a metà” sotto Santa Croce, dall’entrata della torre di San Pancrazio o da quella via Mazzini “strada della discordia”. Il risultato non cambia: fiumi di lamentele, tutte indirizzate al Comune. Gli ascensori nuovi tardano ad arrivare e nell’estenuante attesa i due esistenti sono ko 3 si perde il conto delle impalcature piazzate a “difesa” di palazzi ormai troppo vecchi. E, in via Lamarmora, resiste ancora quel ponteggio che ha bloccato per tanto tempo il passaggio dell’unico bus che gira per il rione. Per sabato 29 settembre i castellani stanno finendo di affilare le armi per un flash mob di protesta, il secondo nel giro di nove mesi. “Il Comune ci ha tradito, non ha rispettato nemmeno un impegno di quelli che ha preso”.
LE VOCI DELLA PROTESTA – Giovanni Garbato ha 77 anni, da trenta dirige un negozio di antiquariato in via Lamarmora. Da qualche tempo ha piazzato dei cartellini con su scritto “solo esposizione”. Come mai? “Sto per chiudere, forse passerò il locale a mia figlia. Qui a Castello non c’è più nulla e non passa più nessuno, giusto qualche mio amico ogni tanto per una chiacchierata”, dice, mentre indica una fotografia dei lontani tempi d’oro, con lui dietro la scrivania di vendita. La prende nemmeno tanto con filosofia Francesco Meloni, titolare di un negozietto hand made in piazza Carlo Alberto: “Zedda se ne frega di Castello, ci sono attriti continui con gli abitanti. Non si può chiamare quartiere, meglio sobborgo. Mancano pure i servizi essenziali”,osserva. Lamentele a go go anche da Francesco Mura Corona, 36 anni, maggiordomo nello storico palazzo Boyl: “Il cantiere di Santa Caterina è invaso dalle erbacce, la notte c’è un caos bestiale per la musica dei localini e girano troppi giovani delinquenti nella zona del bastione, hanno distrutto quasi tutte le panchine. Un aggettivo per Castello? Bello ma malato”.









