È di colore nero il 2020 dei commercianti cagliaritani. Da oggi e sino a mercoledì, chi ha un negozio di abbigliamento o una gioielleria potrà tenere aperto per effetto della “zona arancione”, almeno sino alle ventuno. Troppo poco anche solo per pensare di invertire la rotta di un anno difficile, segnato dall’emergenza Covid, tra lockdown e chiusure. I “ristori? Ci sono stati, ma sono giudicati “insufficienti, poca roba”. Le bollette, tasse e acconti vari da pagare? Arrivati puntuali, non ancora slittati. La preoccupazione mista a rabbia è tanta tra chi ha un’attività commerciale nelle strade centrali dello shopping cagliaritano. Affari in calo “anche del quaranta per cento”, un numero che, da solo, rappresenta una vera e propria mazzata. Stefano Rolla, commerciante e presidente del consorzio “Strada Facendo”, riconosce la “fortuna di aver potuto aprire sino al giorno prima della Vigilia. Siamo stati più fortunati dei ristoratori. Il cashback? Da quello che mi dicono i colleghi è richiesto da pochissime persone, è una cosa semplice ma ci sono pochissime richieste. Molti si accontentano anche di un piccolo sconto senza avere ulteriori complicazioni. Il 24 dicembre chiusi? Un giorno di mancato guadagno ma, rispetto alle mancanze in tutti gli altri settori, noi commercianti dobbiamo essere solo contenti”. Ma non è il clima che si respira in giro: “Tutti abbiamo avuto delle mancanze e delle perdite, speriamo che il futuro sia migliore. I ristori? Sono davvero pochissimi, il bando della Regione dovrebbe dare una mano di aiuto a una serie di codici Ateco, speriamo in questi piccoli aiuti. In questo momento ci sono stati pochi ristori, le partite Iva sono in crisi e hanno bisogno di sentire lo Stato vicino”.
E le partite Iva, utile ricordarlo, sono tutti i commercianti cagliaritani. Pierandrea Carta, gioielliere in via Garibaldi, è netto: “Dicembre senza lavoro alla vigilia, il Covid ha segnato tutto l’anno e anche il Natale. Le vendite, in generale, sono in calo del quaranta per cento”, afferma, “gli aiuti che ho chiesto sono arrivati, ma a fronte di un calo del fatturato avere qualche migliaia di euro, aiuta ma sono insufficienti. Sarà dura per il futuro, un’agevolazione sul pagamento delle tasse o dilazioni per chi ha scadenze sarebbe gradita. Gli F24 dal commercialista arrivano, c’è qualche rinvio ma è inutile se poi devo pagarle tutte insieme. Qualche cliente ha paura ad entrare nel negozio, si è avvertito parecchio, c’è chi ha voluto lasciare la porta aperta anche se, per motivi di sicurezza, dobbiamo tenerla chiusa. C’è molta apprensione e anche un po’ di rassegnazione e pessimismo”. Omar Scalas vende scarpe in via Garibaldi: “Tutto il periodo è sottotono, con perdite del 35-40 per cento del fatturato. Le spese sono rimaste le stesse, l’ultimo ‘regalino’ che ho avuto è l’acconto Iva, devo accantonarla e mettere da parte per pagare 2500 euro, il commercialista mi ha già inviato il pagamento, dovrò pagarlo entro domani per evitare una sanzione. Purtroppo ci sono abituato, devo semplicemente rinfrescare la memoria e ricordarmi che ci sono sempre cose da pagare. Il ristoro è arrivato solo per marzo e aprile, sui ristori bis non ho ricevuto nulla anche perchè, nonostante il lavoro sia calato, non c’è stato nessun aiuto. Il cashback? Sinora zero richieste”.













