Chiusi dalle diciotto almeno sino al cinque marzo, osteggiati per anni da una parte dei residenti al grido di “no al rumore notturno” e, ora, quasi innalzati a protettori della città. I ristoratori della Marina, dopo aver letto gli articoli di Casteddu Online dove, sia alcuni loro colleghi sia, soprattutto, alcuni residenti, notavano le strade buie e i pericoli dopo le diciotto, strabuzzano gli occhi: “Ma come, per anni ci avete detto che eravamo i colpevoli del caos e, ora, dite che se fossimo aperti la sera ci sarebbe meno delinquenza?”. Un controsenso, per i titolari di locali, pub e ristoranti. Dai comitati anti-rumore ai semplici cittadini che, sin dall’imbrunire, sbottano contro le chiacchiere e i decibel in aumento.
Massimo Mazzei è uno storico ristoratore della Marina: “Ho una causa aperta in tribunale contro chi aveva fatto una diffida contro il mio locale e altri dieci perchè voleva che ritirassimo i tavolini alle ventidue. Il motivo? Il troppo rumore, a detta loro. Bisogna avere una faccia tosta per sperare, ora, nella nostra riapertura alle diciotto. Sono incasinato con i miei avvocati proprio per la questione della cosiddetta malamovida. Adesso, gli stessi residenti della Marina che per anni hanno tuonato contro il frastuono proveniente da ristoranti e locali, si lamentano pesantemente per la nostra chiusura alle diciotto, dicendo che le strade sono più buie, la delinquenza dilaga, ci sono risse ovunque per la mancanza di controllo e di sicurezza che prima c’era grazie ai locali aperti? Assurdo”. Concorde anche un altro ristoratore, Marco Milia: “Abbiate pazienza, ma dov’è il rispetto reciproco? Invocare noi come guardiani è un controsenso, per anni ci hanno maltrattato, trattandoci come i principali responsabili del caos. Siamo il primo presidio di controllo ma non abbiamo competenze sulla sicurezza pubblica. Qui alla Marina serve, subito, una stazione di polizia, è assurdo che non ci sia in un rione con decine di migliaia di residenti”.










