Cagliari, i negozianti superstiti: “Affitti alle stelle, anche 1500 euro e troppi rioni morti”

C’è chi ha chiuso e chi, invece, resiste a fatica nella città con il commercio moribondo. Jessica Mulas: “Affitto del bar aumentato di 153 euro in due anni, è spropositato”. Philippe Diana: “Mercato di San Benedetto chiuso per 3 anni, impossibile sostenere le spese. Il rione, ogni estate, muore perché le scuole e gli uffici sono mezzi chiusi”


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Chi ha chiuso si è messo l’anima in pace e, probabilmente, si sarà ritrovato sullo smartphone il numero del proprio commercialista tra quelli più frequenti. Chi invece regge, a Cagliari, lo fa sospinto più dalla passione che dalla gioia di fare eventuali buoni affari. Lo dicono chiaramente, i baristi e negozianti superstiti o che stanno tentando fortuna altrove, commentando il nostro articolo sulla strage, l’ennesima, di negozi chiusi (QUI la notizia). Jessica Mulas è la titolare di un bar di viale Ciusa: “Nessuno parla degli aumenti degli affitti? Adeguamenti Istat alle stelle, il mio affitto in due anni è aumentato di 153 euro, si parla di locali vecchi e piccolissimi”, spiega. Ed è solo la premessa, l’antipasto di una decisione che, se confermata, significherebbe altre serrande abbassate: “Infatti anche io sto per dare disdetta, gli affitti sono spropositati”. Amara realtà, in una strada comunque di grande passaggio, visto che collega la zona della Fonsarda e di San Benedetto con l’inizio della Municipalità di Pirri e una porzione dell’Asse Mediano. Non proprio periferia, insomma.

È fuggito da via Cocco Ortu dopo sedici mesi Philippe Diana, il suo negozio di dolciumi non ha retto: “La clientela del rione è povera”, sostiene, contattato da Casteddu Online. Parole quanto meno curiose, visto che si parla di uno dei rioni con le quotazioni immobiliari più alte di tutta la città. “E c’è anche il problema dei parcheggi, la gente si ferma veloce in doppia fila. Pagavo 1500 euro al mese di affitto, con la mia famiglia vendiamo caramelle e torroni dal 1986, a Villasimius, e abbiamo una storia lunga alle spalle”. Diana prosegue, snocciolando le altre criticità: “Chiudo perchè chiude per un bel po’ il mercato di San Benedetto e non posso permettermi di pagare affitto e spese senza la clientela che al mattino è garantita dalla presenza vicinissima del mercato. Ma non abbandono Cagliari, mi sposterò in posti della città più affollati e costanti come presenze. Il quartiere, poi, d’estate, con scuole e mezzi uffici chiusi muore. Quando sarà un gioiellino con il mercato rifatto rinascerà, ma noi piccoli non riusciamo ad aspettare 3 anni”.


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