I costi del nuovo stadio del Cagliari continuano a salire e ormai superano la soglia dei 209 milioni di euro, ben oltre le previsioni iniziali, circa un terzo più del preventivo iniziale. Una cifra esorbitante. Eppure, per colmare il gap finanziario dei 40 milioni che mancano per raggiungere la cifra necessaria, si è ancora in attesa del contributo del governo: il sindaco Zedda in consiglio comunale ha indicato, in replica, la fonte finanziaria cui attingere: i 300 milioni che il Governo deve ripartire tra gli stadi che ambiscono a ospitare gli europei nel 2032. Richiesta che solleva non pochi dubbi e polemiche, considerando che l’opera andrà a vantaggio diretto del Cagliari Calcio, società privata di proprietà di Tommaso Giulini.
A oggi, la Regione Sardegna ha stanziato 50 milioni a fondo perduto, il Comune di Cagliari altri 10 milioni. Ma il quadro complessivo dell’intervento ha preso una piega diversa da quella originaria. Il progetto prevede non solo uno stadio da 30.000 posti, ma anche una serie di strutture commerciali e ricettive: un hotel da 126 camere, 2.000 metri quadri di area congressi, una Spa da 4.000 metri quadri, oltre a un bar, tutti gestiti da soggetti privati.
L’ultima conferma dell’impennata dei costi è arrivata ieri in consiglio comunale a Cagliari, dove ha preso la parola anche il consigliere Giuseppe Farris. È emerso che dopo la valutazione d’impatto ambientale, risultata favorevole ma con prescrizioni, e l’incremento della capienza dello stadio, il preventivo è lievitato fino a 209 milioni, esclusi gli adeguamenti legati all’aumento dei prezzi delle materie prime.
Il nodo politico resta: perché continuare ad attendere un finanziamento pubblico statale per un’opera che genera utili a un soggetto privato? È la domanda che circola con sempre maggiore insistenza in ambienti istituzionali e tra i cittadini.










