Cagliari, gli ambulanti “irregolari” di via Po non ci stanno: “Domenica saremo in strada”

Nessuna risposta “positiva” dal Comune agli espositori, mai regolarizzati, di Sant’Avendrace. Mentre inaugura il “mercatino Cuore” a Sant’Elia loro si preparano alla battaglia: “Riusciamo a malapena a portarci il pane a casa, dopo 25 anni tutti i clienti sanno dove trovarci: in via Po e via Simeto. Truzzu deve incontrarci”. GUARDATE il VIDEO


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La “sfida” a distanza è lanciata. Gli ambulanti irregolari di via Po e via Simeto, quell’altro mercatino domenicale mai regolamentato e sorto, quasi per caso, un paio di decenni fa a ridosso del viale Sant’Avendrace, circa 200, “bocciano” la proposta del Comune del “mercatino Cuore” a Sant’Elia. Lì, prevalentemente, venderanno ed esporranno gli ormai ex ambulanti di piazzale Trento. Che hanno già detto, a più riprese, di garantire una “distanza” tra loro e i colleghi di via Po e via Simeto: “Dall’amministrazione comunale non sono arrivate le risposte che volevamo, serviva una risposta al disagio sociale ma non è arrivata. Oggi hanno assegnato degli stalli a Sant’Elia, non vogliamo incontrare l’assessore insieme alla stampa ma in separata sede per discutere delle problematiche del mercatino di via Po”. A Sant’Elia, poi, è tutto provvisorio: “Cosa succederà? Sposteranno il mercatino di viale Trento in via Po? E chi c’è da 25 anni cosa farà? Tutti hanno potuto dare da mangiare ai propri figli. Non siamo disposti a pagare dei soldi anticipatamente se poi, magari, piove e dobbiamo andare via. E se non si vende nulla? Non c’è più il pericolo Covid, se si apre a Sant’Elia perchè non si riapre anche in via Po?”, domanda Enrico Rubiu dell’Usb: “Siamo disposti a fare le pulizie, ma ci mettano dei cassonetti. Vogliamo che il mercatino di via Po sia riaperto così come stanno riaprendo, ex novo, l’altro mercatino. Ora decideremo i prossimi passi, Truzzu ci incontri per trovare una soluzione condivisa. Il sentore è che domenica prossima si riaprirà, chi andrà ad esporre starà forzando ma lo farà perchè ha bisogno”.

E, tra i partecipanti alla protesta, in tanti sono già sicuri di essere, tra quarantotto ore, tra via Simeto e via Po: “Ma non esporremo nulla”, promettono, “ci incontreremo per definire il da farsi, vogliamo che il Comune ci dia una risposta definitiva e trovi una soluzione valida per noi”, afferma più di un espositore.


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