È rivolta a Cagliari contro l’ipotesi di un maxi parco fotovoltaico da 37 ettari sul colle di Sant’Ignazio, nel quartiere di Sant’Elia. Il progetto, inserito nel bando nazionale “Energia 5.0” promosso dall’Agenzia Difesa Servizi per la valorizzazione di aree militari dismesse, sta scatenando polemiche e proteste trasversali.
La prima denuncia era arrivata dall’ex presidente della Regione Mauro Pili, che aveva parlato di “blitz contro la Sardegna” e di “un attacco diretto al paesaggio e alla storia della città”, accusando il Ministero della Difesa di voler trasformare un’area simbolo di Cagliari in una distesa di pannelli solari a favore di privati.
Ma in queste ore anche la politica regionale si è mobilitata. Il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, ha scritto una lettera al ministro della Difesa Guido Crosetto chiedendo il ritiro immediato del sito di Sant’Ignazio dall’elenco dei beni demaniali messi a gara. Comandini richiama esplicitamente l’articolo 14 dello Statuto speciale della Sardegna, che prevede il trasferimento alla Regione di tutti i beni dello Stato che hanno cessato la loro funzione originaria.
“Quei terreni devono tornare nella disponibilità dei sardi”, scrive Comandini, ricordando come proprio quei siti fossero già stati inseriti nell’accordo Stato-Regione del 2008, siglato dall’allora presidente della Regione Renato Soru e dal sottosegretario Enrico Letta, e successivamente confermato nel 2017 con un’intesa tra la giunta Pigliaru e la ministra della Difesa Roberta Pinotti.
Critico anche il senatore del Partito democratico Marco Meloni, che parla di una “violazione delle prerogative autonome della Sardegna” e di “un evidente disconoscimento di quanto previsto dallo Statuto e dagli accordi formali già sottoscritti”.
La Regione, attraverso l’assessore Spanedda e una mozione votata dal Consiglio regionale, ha già formalizzato la sua contrarietà al progetto, ribadendo che l’area di Sant’Ignazio rientra tra i beni che dovrebbero essere trasferiti al patrimonio regionale.
La protesta non si fermerà nelle aule istituzionali. Per domani è previsto un sit-in di cittadini e associazioni a difesa del colle di Sant’Ignazio, mentre il fronte contrario alla realizzazione del parco fotovoltaico annuncia nuove iniziative per chiedere al governo il rispetto degli accordi e della volontà delle comunità locali.