Via Azuni chiusa alle auto, tutta pedonale, magari partendo con una “sperimentazione”. L’idea-progetto della maggioranza – scritta dal consigliere dei Progressisti Sardi Matteo Massa – “abbiamo richieste e raccolte firme dei cittadini e degli operatori commerciali” non piace, però, proprio a questi ultimi. Dallo slargo che porta in piazza Yenne alla chiesa di San Michele tutti convinti: “no” alla pedonalizzazione. Il ragionamento che fa chi vende nel cuore storico di Stampace è uno: c’è stata la pedonalizzazione del Corso Vittorio che, a detta loro, li avrebbe già isolati abbastanza. Chiudere al traffico anche la strada che “unisce” il rione con viale Sant’Ignazio significherebbe il de profundis.
“Macchè pedonalizzazione, qui bisogna mettere i parcheggi a pagamento. Il quartiere è utilizzato come maxi parcheggio di chi lavora nelle vicine via Manno e Garibaldi”, tuona Lello Lai, storico titolare di un minimarket, “chi vive qui ‘maledice’ lo stop al traffico anche il primo maggio, quando passa Sant’Efisio, figuriamoci”. Contrarissima al possibile addio alle automobili anche Francesca Medda, da ventidue anni alla guida di una fioreria: “Se il Comune dovesse rendere davvero pedonale via Azuni per me significherebbe chiudere l’attività. Come potranno fare i miei clienti a venire sin qui senza l’automobile?”. Antonio Pasella è un ottico che, insieme al padre, da circa mezzo secolo vende lenti e montature: “Pedonalizzare la via significa far morire noi pochi commercianti rimasti, siamo molto a rischio, il Comune ha pure in mente di chiudere piazza Yenne”. Possibilista, ma solo in parte, Roberto Garau, parrucchiere: “Favorevole se il Comune risolve il problema dei parcheggi e se la pedonalizzazione sarà parziale, dalle diciotto in poi. Via Azuni è un’arteria importantissima per il passaggio delle auto dal viale Merello al centro della città”.











