Cagliari città metropolitana, legge regionale ferma al palo

La denuncia della Cisl: “E’ in atto il tentativo di trasformare  la città metropolitana in provincia metropolitana”


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Sindacati sul piede di guerra dopo il rinvio del disegno di legge regionale sulla costituzione di Cagliari città metropolitana. “Solamente qualche mese fa – spiega Mimmo Contu, segretario generale della Cisl provinciale di Cagliari – sembrava che  il Consiglio regionale fosse  al penultimo adempimento prima di portare in aula l’approvazione della legge. Il fuoco di fila, inizialmente di altri capoluoghi di Provincia sardi –preoccupati che i finanziamenti soprattutto europei venissero in gran parte convogliati verso il Golfo degli Angeli – poi lo sbarramento dei centri immediatamente extra cinta metropolitana, stanno creando le premesse per fermare un processo destinato a risolvere in maniera organica e integrata dell’area vasta cagliaritana”.

La denuncia. “E’ in atto il tentativo di trasformare  la città metropolitana in provincia metropolitana, con 4 ambiti omogenei  – continua Contu –  Cagliari, Sulcis Iglesiente, medio Campidano e Sarrabus,  che dovrebbe contenere tutta la provincia storica di Cagliari. Sembra che siano numerose le pressioni politiche in tal senso. ‘L’assalto alla diligenza’ delle risorse possibili per la città metropolitana rischia di snaturarne  ruolo  e obiettivi. I finanziamenti, infatti, sono esclusivamente destinati a risolvere in modo funzionale i problemi di trasporto pubblico locale, nettezza urbana, portualità, smaltimento dei rifiuti, manutenzione delle strade,  polizia locale, etc che l’inurbamento quotidiano determina sulla città e sugli altri 16 centri immediatamente limitrofi. Pur avendo ben presenti le difficoltà per far decollare una riforma istituzionale, che implica percorsi seri sul piano delle garanzie del personale, aspetto sacrosanto, del patrimonio e delle competenze/funzioni, rimane l’amaro in bocca per la scarsa determinazione impressa dalla Regione  per il raggiungimento di questo importante obiettivo, non solo per Cagliari, che viene considerata, sbagliando,  come l’asso pigliatutto, ma per l’intera Sardegna”.

Un’opportunità di sviluppo economico. ”Può essere un’importante occasione di sviluppo e bisognerebbe capire, tutti insieme, comuni, sindacati, imprese e associazioni, il perché –  sostiene Mimmo Contu – Anche perché tutto porta all’integrazione tra la città e i centri limitrofi. I dati parlano chiaro: il 30,2% della popolazione italiana risiede nelle città metropolitane e di questa, il 56% vive nei comuni della corona urbana, cresciuti notevolmente negli ultimi dieci anni. I comuni capoluogo sono anche le realtà dove più che altrove si assiste all’invecchiamento della popolazione: lì infatti troviamo 184 anziani ogni 100 giovani, mentre nelle corone sono 140. Le città metropolitane, come noto, ‘sono – come si legge nel «taccuino metropolitano di Cittalia – il principale vettore della competitività del Paese nell’economia, dove viene prodotto il 34,7% dell’intero PIL nazionale’. La costituzione della Città metropolitana di Cagliari deve essere intesa come una opportunità per tutti, non come un limite. Sino ad una settimana fa, l’Assessore Erriu  sosteneva che, ‘affrontare e risolvere i problemi dell’area vasta di Cagliari significa far crescere in realtà l’intera isola’. Oggi le cose sono improvvisamente cambiate riportando le lancette dell’orologio, indietro di anno”.