La dottoressa che “curava i tumori con gli ultrasuoni”, Alba Veronica Puddu, rischia 24 anni e due mesi di carcere. È questa la richiesta fatta dalla pm Giovanna Morra al termine della requisitoria davanti alla Corte d’Assise di Cagliari. La dottoressa 52enne di Tertenia è accusata di omicidio volontario aggravato, circonvenzione di incapace e truffa. Il suo utilizzo di terapie alternative, incluse le radiofrequenze, per l’accusa hanno portato alla morte di tre persone: Davide Spanu, Franco Garau e Fiorenzo Fiorini. L’accusa di omicidio volontario è rimasta in piedi solo per la morte di quest’ultimo, gli altri capi di imputazione valgono per tutti e tre i pazienti deceduti. Da maggio 2018 la Puddu non può più svolgere la professione medica, in seguito all’interdizione ordinata dal gip Francesco Alterio, a pochi mesi di distanza dal sequestro di tutti gli strumenti medici della dottoressa da parte della Procura di Lanusei.
L’indagine è partita grazie a un servizio televisivo de “Le Iene” di Italia 1, trasmesso il 19 novembre 2017. In quell’occasione, alla ribalta nazionale sono finiti i casi di malati di tumore che, alle terapie tradizionali, hanno preferito quelle proposte da Alba Veronica Puddu: ultrasuoni, rivitalizzazione del sangue e radiofrequenze.








