Cagliari, c’eravamo tanto amati. Ora scusate, ma Sel sta per morire

Sel verso lo scioglimento, durissimo documento di protesta del circolo di via Puccini. A pochi mesi dalle elezioni a Cagliari, il partito potrebbe essere cancellato. E in molti dovranno probabilmente cercarsi alloggio, con un assist al Grillo e al Pd


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C’eravamo tanto amati, ma adesso scusate, siamo sul punto di scomparire. Eravamo il partito della lotta al precariato ma scusateci ancora, dopo che alcuni nostri iscritti sono stati assunti con chiamata diretta in Comune e in Regione, a Cagliari, adesso  potrebbero addirittura cancellare il nostro simbolo. E lo scioglimento di Sel, che verrà discusso tra pochi giorni, arriverebbe proprio in concomitanza con le elezioni a Cagliari. Quello che vedete nella foto è Matteo Massa, segretario cittadino di Sel: oggi ha firmato un documento durissimo, a nome del circolo Puccini, nel quale Sel dice no alla cancellazione del partito decisa dall’alto. Anche da quel Vendola che prima era un idolo, adesso forse decisamente meno. Traditi dal loro mentore. Un partito dilaniato ormai dalle guerre intestine, nel quale in molti prestissimo (a cominciare dal brizzolato deputato Michele Piras) dovranno forse cercarsi alloggio. Magari in un nuovo movimento di sinistra, l’ennesimo in pochi anni dopo le diatribe che distrussero Rifondazione. Ma le elezioni a Cagliari sono dietro l’angolo: se venisse confermata la scelta nazionale di fare morire Sel, solo una lista civica potrebbe salvare gli ormai ex vendoliani.  Che rischiano quello che hanno sempre temuto: essere fagocitati dal Pd, diventato ormai l’unico riferimento politico anche del sindaco Zedda, o spinti ad allearsi con gli insipidi civatiani. Per la gioia di Grillo, che a Cagliari potrebbe essere la grandissima sorpresa delle prossime elezioni comunali.

Ma ecco integralmente il documenti firmato dai “sellini” cagliaritani, nel disperato tentativo di evitare l’auto dissoluzione del partito: “Riteniamo che l’ordine del giorno dell’assemblea nazionale dell’11 luglio 2015, “dopo le regionali verso il soggetto della nuova sinistra”, vada ritirato. Non ci risulta di essere stati coinvolti in alcun dibattito interno che portasse – prima ancora che del “come” – a discutere del “se” andare verso un nuovo soggetto della sinistra. Siamo contrari a qualunque scelta non ci veda coinvolti in un dibattito libero e democratico con tutte le iscritte e gli iscritti, e riteniamo che una decisione come quella che si evince dall’odg – ovvero lo scioglimento del partito al quale siamo decisamente contrari – abbia dignità congressuale.

Con il nostro 4,5% siamo il quinto partito italiano. In Sardegna e a Cagliari abbiamo prodotto buona politica e espresso una classe dirigente in grado di attirare consenso. Non siamo disposti a consegnare quanto costruito in questi anni alle decisioni elitarie di pochi dirigenti, non siamo disposti a sacrificare tutto il lavoro fatto solo in ragione dell’uscita di Civati e Fassina dal PD.

Sinistra Ecologia Libertà non ha perso la spinta. Crediamo che Sel abbia perso la volontà di crescere, di strutturarsi, per responsabilità che vanno analizzate e sanate. Non certo nostre, se non in quota parte, non certo della base che oggi viene investita non delle scelte, ma dalle scelte.

E se pure abbiamo sempre saputo che il nostro partito è un seme destinato a morire per far nascere una pianta, sappiamo anche bene che la pianta che abbiamo deciso di far nascere nel 2010 era l’unione dei democratici, dei progressisti, degli ecologisti, dei libertari, ecc.
E’ possibile costruire oggi quell’unione? No. Ma questo non ci autorizza a buttare il seme per sostituirlo con un bonsai.

La nostra posizione è che si debba tenere il seme: il nostro partito. E prendendo atto che la pianta, quella decisa nel 2010, è ancora un po’ lontana dal poter nascere, curarlo meglio e innaffiarlo di idee, di competenze, di politica. Dobbiamo costruire con decisione il nostro partito, diffonderlo, radicarlo come strumento politico per affrontare l’oggi e le scelte future.

E dobbiamo dire no a tentazioni minoritariste di superamento del centrosinistra. Non è questa la nostra vocazione, non è per questo che siamo nati e non vogliamo tornare indietro. Col centrosinistra governiamo, spesso con risultati positivi come quelli di Cagliari, numerosi enti locali e regioni. Con il centrosinistra siamo l’argine democratico alle spinte feroci dei populisti, degli xenofobi, degli omofobi, di chi tenta costantemente di attentare alla democrazia e alle libertà di questo Paese.

Vogliamo che il nostro partito continui – meglio – a produrre buona politica e ritrovi la volontà di crescere, con tutti i rischi che comporta: la messa in gioco delle posizioni, anche elettive.

Per questo chiediamo che l’ordine del giorno dell’assemblea dell’11 luglio venga cancellato. Non accettiamo che si dia per scontata la decisione di andare “dopo le regionali verso il soggetto della nuova sinistra”. Non ne abbiamo discusso e ne siamo fermamente oppositori”. Insomma il nuovo partito, se dovesse nascere, a Cagliari è già osteggiato. Sembra pensarla invece diversamente l’ex assessore ai Servizi Sociali Susanna Orrù, grande figura di Sel a Cagliari che in un post su Fb afferma: “Nel 2010 ho partecipato al congresso fondativo di SEL. In quel congresso si è parlato di partito seme, con l’obiettivo di dare vita ad un soggetto di sinistra più ampio. Sel quindi è geneticamente predisposta al cambiamento, a sperimentare nuovi percorsi a sinistra.
Vedo Sel da troppo tempo priva di quell’energia positiva che l’ha caratterizzata nei suoi primi anni vita.
É vero, spiace abbandonare un bel simbolo; ma per rispetto di quel simbolo, penso che La Strada Giusta sia la ricerca, il percorso per ricostruire una Sinistra.
Non so come andranno le cose, in questi casi ci sono grandi discussioni, unioni e dure divisioni.
Non ho la verità in tasca, ma la speranza di intraprendere un giusto percorso”. 

 


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