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Una signora di 57 anni, jeans e maglietta nera, se ne porta via quattro: “Utilizzerò le sue foglie per insaporire qualche piatto”. Accanto c’è il figlio, vent’anni tondi, che ne infila due dentro un sacchetto di plastica. Nei fatti, le centinaia di piantine di canapa andate a ruba all’evento dei Radicali, in collaborazione con Sardinia Weed, hanno un principio attivo di Thc nella norma. Nulla di illegale, insomma. Nell’attesa – questa la speranza degli organizzatori – che arrivi, anche in Italia, il via libera all’utilizzo della foglia a cinque punte. Ci sono giovani, tanti, ma anche 40enni e 60enni che, anche se ben distante da videocamere e microfoni, bisbigliano tutti la stessa parolina: “legalizzazione”. “È stato un successo, abbiamo ottenuto moltissime firme di persone che appoggiano il nostro referendum sulla legalizzazione della cannabis”, spiega l’esponente cagliaritana dei Radicali, Laura Di Napoli, “bisogna renderla libera perché solo così si può abbattere quel mercato, nero, delle mafie, non permettendo allo Stato di regolamentare e guadagnare”. Accanto a lei Luca Marola, 40enne di Parma, autore di libri sulla marijuana e a capo del corso di coltivazione della cannabis: “Istigo la gente a coltivare marijuana illegale, perché nel Canada e in nove stati degli Usa è già legale e qui no, visto che si farebbe un danno enorme alle mafie?”.