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Cagliari, cambiava spesso il panno alla madre anziana: prof denunciato per maltrattamenti

di Ennio Neri
21 Settembre 2020
in cagliari, il-diavolo-sulla-sella

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Cagliari, cambiava spesso il panno alla madre anziana: prof denunciato per maltrattamenti
Cambiava spesso il panno alla mamma. Docente cagliaritano denunciato per maltrattamenti. G. M.  accusato di “Maltrattamenti in famiglia”; nel caso specifico ai danni della madre 98enne (amministrata da un legale), pena minima prevista: 3 anni di carcere. Sullo sfondo contrasti, anche coi fratelli, legati alla gestione della cura dell’anziana donna. E ora, anche a causa delle lungaggini i giudiziarie, il prof rischia di non rivedere più la mamma.
E’ il protagonista a raccontare la storia: “Il 21 di luglio, h 17 circa, sono stato raggiunto da formale Avviso di garanzia con allegato ordine di allontanamento immediato dall’abitazione di famiglia e divieto assoluto di avvicinarmi ai luoghi frequentati dalla persona maltrattata.
Sbalordisco ma eseguo. Ho di fronte due Carabinieri. Ad oggi, dopo un vano tentativo di ottenere la revoca del provvedimento cautelare, sono 60 giorni che non vedo, non sento e non so più nulla di mia madre; con la quale, per la mia condizione di celibe, non ho mai smesso di convivere, benché da tempo disponga di una mia abitazione”.
A querelare il docente è l’avvocato  amministratore di sostegno dell’anziana, forte dell’appoggio della sorella e del fratello dell’uomo.
Tutto parte il 17 aprile dell’anno scorso quando l’uomo allontana da casa la badante che da tre anni assisteva i genitori (sino al maggio 2018 entrambi, poi, deceduto il padre, solo la madre) perché contrario ai metodi di lavoro della donna. La sorella che aveva ingaggiato l’operatrice straniera, disapprova vivamente e condanna. Dopo vari tentativi arriva una nuova badante nel giugno 2019, l’anziana, secondo il racconto del docente, lega bene con la nuova assistente straniera che prende servizio assieme ad un’altra badante, un’italiana; prima per i soli fine-settimana poi, scemata del tutto l’autosufficienza, anche per le notti.
Ma tra i fratelli i contrasti persistono e si va alla Amministrazione esterna (ottobre 2019) e fine dicembre viene assunta una terza badante per garantire un’assistenza h 24 ad un soggetto che necessita di accudimento notturno. I costi cominciano a lievitare; è necessario un congruo contributo dei tre figli. “Vengo invitato”, aggiunge il prof, “a non intromettermi nell’assistenza: interferirei, in particolare, nel lavoro della badante notturna (che non è più l’italiana, ma la neo-assunta); sono troppi i panni che vengono cambiati. Per un po’ si tira avanti così. Ogni tanto mia madre ha episodi di insonnia agitata: naturalmente non posso starmene beatamente a dormire. Per l’amministratore, “Interferisco””.
A fine febbraio è si torna alla badante unica convivente, con sostituta nei fine-settimana. E il prof viene invitato  lasciare la casa. “Arriva l’invito scritto a lasciare volontariamente l’abitazione in quanto sarei un ostacolo logistico (in un appartamento di 200 mq con due bagni) al varo del nuovo programma di assistenza”, scrive il docente, “tra le righe – ma neanche tanto – si lascia intendere che la convivente capace dell’impossibile, sarà proprio la vecchia badante da me allontanata e saldamente restata in cima ai pensieri di mia sorella. Naturalmente non cedo all’ingiunzione e alla enormità che contiene e cerco adeguata assistenza legale: dopo molta incertezza e vari infruttuosi tentativi, trovo un avvocato. All’ Amministratore non resta che la strada della querela. Nel frattempo è stata già liquidata la badante italiana da quasi 5 anni in casa nostra. Da un giorno all’altro un riferimento affettivo così importante si volatilizza, così, in un batter di mani. Adesso è la volta del figlio convivente. Dovrà apparire reo di maltrattamenti.
Scorro la documentazione “a mio carico”. I maltrattamenti? Capisco la curiosità. È il lato più inquietante. Ci si imbatte in cose strepitose come questa: la notte, disturberei il sonno di mia madre intervenendo per imporre il cambio del panno e sarei dunque la causa della sua insonnia e agitazione, e del conseguente peggioramento delle sue condizioni generali di salute. Giri pagina e scopri che il soggetto il cui sonno viene “disturbato”, si sta “lamentando”. Fantastico. Come sia possibile disturbare il sonno di uno che si sta lamentando è questione che giriamo ai neurologi. L’uomo comune ha già risolto: se uno dorme non si lamenta; e se si lamenta … Andando all’astrazione filosofica, si potrebbe concludere che è impossibile disturbare una cosa che non c’è.
In verità, in quei momenti mamma era sveglia e da tempo si lamentava: quando – come avveniva nella maggior parte dei casi – dalla mia stanza sentivo i consueti rumori che accompagnavano l’operazione di cambio, me ne stavo cheto e buono; quando i lamenti proseguivano, rispettosamente intervenivo chiedendo il cambio. “Lei interferisce”, “Lei irrompe”.
Da 60 giorni non vedo mia madre. Sradicato improvvisamente dalla sua vita. Proprio io, il figlio convivente, quello con cui massimo era il contatto verbale e l’affettuosità corporea. Lacerante.
Colpisce, a volte, la siderale distanza tra i meccanismi della giustizia e la comune, normale percezione del bene e del male; la totale dissonanza tra forme e procedure e l’immediatezza con cui il buon senso sa, a volte, capire dove sta il vero e dove il falso.
Sono in attesa che si concludano le indagini preliminari. A questo punto, visti i tempi della giustizia e l’età di mia madre (98 anni), non è impossibile che non la veda più viva. Spero che non accada, ma non posso escludere che questa sia la fine della storia. Quanto alla normativa sull’Amministrazione di sostegno, sarà pure il caso che qualcuno le dia una ritoccata”.
Tags: Cagliari
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