Sono numeri drammatici quelli che emergono, nel 2020, per il settore extra-alberghiero. Cagliari chiude il 2020 con un meno 45,09% di fatturato e un calo di circa 7 milioni di euro. Questi alcuni dei dati elaborati da Maurizio Battelli, presidente dell’associazione Extra, e sviluppati grazie ai report dei principali portali di prenotazioni on line. Un risultato davvero critico se si considera che Cagliari negli ultimi anni ha registrato costantemente presenze turistiche con crescita a cifra doppia. “L’anno è iniziato bene, gennaio e febbraio in netta salita, poi è partito il Covid e il dato si è bloccato. Abbiamo tenuto a luglio e agosto, poi è tornata la discesa”, spiega Battelli a Casteddu Online. “Da quando è uscito il vaccino c’è stata una ripresa delle prenotazioni, ma è fondamentale capire quanto traffico riuscirà a recuperare l’aeroporto di Cagliari. I turisti che sono venuti hanno cercato sistemazioni riservate, la villa privata ha avuto una discesa non come in altre situazioni, come i villaggi. Serve sicurezza e distacco dalle altre persone. I ristori? Siamo messi moto male, non abbiamo partite Iva, nemmeno i b&b. Sono strutture che fanno da secondo reddito, tendenzialmente, ma se viene a mancare per tanti che hanno fatto investimenti, allora sono in forte difficoltà. La beffa è doppia, non abbiamo partita Iva per una questione di legge regionale, sarebbe stato ottimale e positivo per poter avere un ristorno di quanto perso. Il 30 per cento non ha riaperto l’attività”.
Laura Zazzara, presidentessa di B&B Cagliari, ha un’affittacamere da tre anni: “Questa situazione ci ha messo tutti in crisi, soprattutto considerato che non si spera tanto per il futuro. Nel 2020 non ho lavorato sino a luglio, poi sino a fine settembre una leggera ripresa”, spiega. “Più che altro clienti italiani, meno stranieri. C’è stata pubblicità negativa per la Sardegna, per quanto è successo per le discoteche ed è passato il messaggio del test obbligatorio per arrivare qui, sono arrivate altre disdette. Poi sono ripresi i contagi e il crollo è stato totale. Ho avuto crolli dell’80 per cento”. Capitolo aiuti dallo Stato: “Io ho la partita Iva, ma gli aiuti sono stati un niente rispetto al normale reddito che viene da un’attività come questa. A marzo ho avuto due tranche da 600 euro, poi mille euro poco prima dell’estate e altri 1500, rispetto a un fatturato nel 2019 di trentottomila euro. Andare avanti? Stringiamo i denti, sperando che i dati possano farci pensare che, quando si riprenderà, possa esserci una destagionalizzazione. Quando ci sarà nuovamente libertà di muoversi, la speranza è che vengano in vacanza anche a novembre e dicembre. Sennò, dovremo chiudere le strutture”.











