Da tanti anni riposa suo fratello Angelo, nato all’inizio del secolo scorso. Ed è proprio sopra la fila nella quale c’è anche la bara del suo parente stretto, che Luciano Damiazzi, 67enne ex dipendente comunale, ha notato il tetto scrostato e “con molte infiltrazioni d’acqua”. Va spesso a portare un fiore e, ogni volta, alza gli occhi verso l’alto: “Sicuramente è colpa delle piogge incessanti dell’ultimo periodo, ma un pochino di più di attenzione, sicuramente, eviterebbe costi maggiori oltre a un rischio di cedimento del tetto”, osserva il pensionato.
“Questa è la zona più antica del cimitero di San Michele, riposano i morti che sono nati nella seconda metà del 1800, è chiaro che serve un occhio di riguardo in più”.










