È stato allontanato con urgenza dall’abitazione familiare e denunciato, in un primo momento, per maltrattamenti e resistenza a pubblico ufficiale, Massimo Loddo. Il provvedimento era scattato dopo l’intervento dei carabinieri nell’abitazione nella quale viveva con la compagna a Pirri, qualche giorno fa: il sessantaseienne, ubriaco, aveva minacciato e aggredito uno dei carabinieri con un coltello e, per bloccarlo, era stato necessario utilizzare il taser. La stessa compagna, però, anche sabato mattina, con uno scritto consegnato all’avvocato Sandro Grimaldi, ha messo nero su bianco che “voleva, esplicitamente, che il compagno rientrasse a casa. La giudice, Ermengarda Ferrarese”, spiega il legale, “ha accolto le sue richieste e, in parallelo, Loddo non è più accusato di maltrattamenti ma, genericamente, di minacce aggravate e resistenza a pubblico ufficiale”.
Loddo dovrà difendersi da queste due accuse in un processo, la data deve essere ancora stabilita: “La giudice, in seguito all’acquisizione di una serie di nuovi elementi, ha valutato di non dover accogliere la richiesta di allontanamento, rigettando la misura cautelare. Sto difendendo la compagna di Loddo in un altro procedimento civile, dopo aver letto che nel capo di imputazione ci fosse anche la minaccia aggravata, ho rinunciato al mandato, ravvisando un conflitto di interessi. La difesa di Massimo Loddo è stata assunta dall’avvocato Roberto Zanda. La giudice ha tenuto conto della richiesta fatta dalla compagna di rientrare, che al momento dell’intervento dei carabinieri fossero entrambi sotto l’effetto di alcol, e che Massimo Loddo fosse già sottoposto a una pre-misura cautelare, avendo trascorso 5 giorni lontano dalla casa”, aggiunge Sandro Grimaldi. “Da qui la decisione del giudice di rigettare la richiesta del pm”.











