Addio alla pedana del De Candia dopo vent’anni. La decisione arriva dagli uffici comunali – per esigenze legate alla tutela del paesaggio, gazebo e pedane sono stati cancellati dalla città, questa la decisione dell’ormai ex Giunta Zedda – e i titolari, per poter riavere almeno tavolini e ombrelloni, dovranno fare una nuova richiesta di concessione di suolo pubblico. E fioccano le polemiche. Cristiano Ardau, segretario generale della UilTucs, ha un diavolo per capello: “Non mi meraviglierebbe se l’azienda, come tante nel settore, fosse poi costretta a ridurre le ore di lavoro ai dipendenti o ricorrere a qualche licenziamento. Cagliari deve decidere cosa vuol fare da grande sul settore turismo. Si capisce l’esigenza di mettere regola all’arredo urbano ,ma qui siamo di fronte ad una corsa ad ostacoli per questo settore”, afferma Ardau.
“La decisione degli uffici comunali sarà di certo dettata dall’applicazione delle leggi ma Cagliari va ripensata. La città va disegnata a misura di cittadino e di turista. Un’idea di urbanistica pratica, lontana dalle solite liturgie edilizie funzionale ad un vivere diverso della città. Va trovato l’equilibrio, non ci sono dubbi, per evitare di vedere i gazebo nelle strisce pedonali ma si deve permettere al settore di poter esprimersi. In ballo ci sono centinaia di attività e migliaia di posti di lavoro. Il caffè dove va preso? Il tempo dei coprifuoco è passato da tempo e vanno date alla Sardegna turistica delle opportunità concrete. Il turista straniero e lo stesso cagliaritano non comprenderebbe. Meno buche e qualche buon caffè in più all’aperto”.









