Cagliari – Addio al Maestro delle quattro ruote Mario Casula, 90 anni appena compiuti, è venuto a mancare ieri mattina ma le sue imprese, sia in pista che nella vita, rimarranno per sempre impresse nelle menti e nel cuore di chi lo ha conosciuto.
Classe 1933, ha conquistato nel 1969 il Trofeo della Montagna categoria Turismo su Lancia Fulvia HFR. Campione nazionale in quella disciplina che aveva nel sangue, una passione che ha coltivato sin da piccolo anche grazie alla concessionaria, l’unica a quei tempi, di famiglia. Inizialmente le sue prodezze le aveva compiute in sella alle due ruote per poi passare all’automobilismo sportivo nel 1955 partecipando con una Lancia Aurelia Gran Turismo alla Cagliari-Sassari-Cagliari: si clas sifica primo di classe e quarto assoluto. Nel 1959 corre nella Corongiu-Campuomu dove giunge secondo assoluto mentre nel ’60 e ’61 ottiene, sempre in questa cronoscalata, due vittorie di classe. Nel biennio 1963-’64 consegue alcuni buoni risultati; fra questi il primo di classe nel Rally della Sardegna del 1963, nella Alghero-Scala Piccada del 1963 e del 1964, nella Bolzano-Mendola e nella Trento- Bondone del 1964. L’anno dopo Casula si piaz- za sesto assoluto nel Rally della Sardegna, risultato che migliora nel ’67 giungendo quinto. Il 1969 rappresenta la stagione più fortunata del pilota sardo che si aggiudica il Trofeo della Montagna su Fulvia HFR. Un vero campione, un orgoglio per la sua città e la Sardegna intera e un esempio, un modello da seguire: “Per me era un fratello maggiore – racconta Angelo Melis – lo porterò sempre nel mio cuore. Ci siamo sentiti sino alla fine e persone come lui è difficilissimo incontrarne”. Negli archivi della memoria un aneddoto racchiude l’essenza di Casula: “Era prossimo a conseguire il secondo titolo nazionale, mancava solo una gara e il trofeo sarebbe stato nuovamente suo. Ma dovevano gareggiare tre auto ed erano presenti solo due. Si propose una persona per guidare la terza auto al fine di rendere valida la competizione ma lui rispose di no”. Non era da lui, da gran signore che era, scendere a questi “compromessi” ed è anche per questo motivo che campione era in pista ma anche nella vita di tutti i giorni. Soprattutto i grandi appassionati di auto hanno ben impresso il suo nome che è ancora segnato nell’enciclopedia Mille Ruote del 1974. “Nonostante avesse una fama a livello nazionale è sempre rimasto umile, tanti amici, e non solo, lo ricorderanno per questa sua infinita dote”.








