Cagliari, a Pasqua raddoppia la povertà: in 1500 al centro d’ascolto

Aumentano vertiginosamente le famiglie che chiedono aiuto al Centro di Ascolto San Paolo di piazza Giovanni XXIII: cifre raddoppiate nel periodo delle feste pasquali.


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di Alessandro Zorco

Nei primi tre mesi del 2015 sono state circa 375 le famiglie che hanno chiesto assistenza al centro di Ascolto San Paolo di Piazza Giovanni XXIII. In totale oltre 2mila persone si sono sostentate grazie alle buste con olio, latte, pasta, zucchero e altri beni di prima necessità distribuiti dai volontari guidati dalla signora Carla Berruti. In questo periodo di freddo particolarmente rigido circa 1500 persone, per lo più senzatetto ed extracomunitari, hanno invece bussato alla porta del centro per chiedere giubbotti, maglioni, pantaloni e altri capi d’abbigliamento.

Sono aumentate vertiginosamente le famiglie che chiedono viveri e vestiario al Centro di Ascolto San Paolo. In questa prima parte del 2015 il numero delle famiglie assistite mensilmente dal centro è salito dalle novantadue dell’anno scorso a circa centoventicinque. E i numeri sono schizzati vertiginosamente nel periodo pasquale: in soli otto giorni di aprile le famiglie cagliaritane che hanno chiesto assistenza sono state addirittura cento.

«Le persone che vengono a chiederci aiuto stanno aumentando – spiega la signora Carla Berruti mostrando il registro dove segna dettagliatamente l’attività del centro di ascolto –. Fortunatamente abbiamo fatto due fiere del dolce che ci hanno consentito di acquistare viveri e vestiario: è bello constatare che a Cagliari cresce anche la solidarietà di chi può dare qualcosa per aiutare gli altri».

Negozi che chiudono, famiglie divise, lutti improvvisi. Sono tante le cause della povertà che da qualche anno, complice una spietata crisi economica che colpisce i più deboli e stranamente arricchisce i più forti, sta aumentando vertiginosamente anche nella nostra città.

Una povertà che a volte è visibile. Si legge negli occhi e nella disperazione di chi ha perso tutto e non ha più una casa e una famiglia su cui contare. O negli occhi dei migranti che, persa ogni speranza di vendere la loro merce, chiedono qualche moneta fuori dalle chiese o dai market. Ma a volte è silenziosa e più nascosta. E si nasconde dentro le pieghe della nostra città. E’ la povertà delle sempre più numerose famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese e spesso, come racconta la signora Carla, vivono con vergogna la loro condizione di indigenza. Di chi va la mattina presto al centro di ascolto a ritirare la busta per non essere visto da nessuno. E poi magari tira dritto, in via Dante, per tornare a casa facendo finta di essere andato come sempre a far la spesa al mercato di San Benedetto.  


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