Bar, ristoranti, pizzerie e locali notturni: è qui che si annida il fenomeno del lavoro in nero a Cagliari e in tutta la provincia. Dipendenti senza contratto, privi di copertura assicurativa, e spesso senza stipendio tanto da essere costretti a ricorrere all’Ispettorato del Lavoro. Lo dimostra il caso del Peek a Boo, locale nell’Antico mercato di San Benedetto dove i dipendenti si sono dimessi uno dopo l’altro perché non venivano pagati da mesi. Ma anche quelli di una nota vineria del centro di Cagliari e di un ristorante del Poetto: anche qui le denunce fatte all’Ispettorato del Lavoro riguardano stipendi non percepiti e turni di lavoro superiori rispetto a quelli previsti da contratto. Secondo i numeri forniti dalla Direzione territoriale del lavoro di Cagliari, in città e provincia sono oltre 2 mila le situazioni di irregolarità riscontrate nel 2014, di cui 770 sono lavoratori assunti in nero.
I dati. Meno lavoratori irregolari, ma il 40 per cento di loro lavora in nero: 770 dipendenti dei locali su 2014 ispezionati sono risultati senza contratto e privi di copertura assicurativa. Un numero impressionante che riguarda soprattutto i ristoranti, pub e bar cagliaritani. “Il tasso di irregolarità, cioè la percentuale di aziende irregolari è calato – spiega il direttore territoriale del lavoro di Cagliari, Antonio Zoina – In provincia di Cagliari si è passati dal 78 per cento del 2013 al 57 nel 2014. Ma il dato allarmante riguarda il lavoro in nero, che rimane costante: nel 2014 sono stati riscontrati 770 casi su 2014 persone assunte irregolarmente. Questo vuol dire che, nonostante esistano strumenti contrattuali flessibili, esistono ancora troppe imprese che fanno lavorare i dipendenti in totale carenza assicurativa per ridurre i costi e operare sul mercato in regime di concorrenza sleale”. Raddoppiati i casi di provvedimenti di sospensione nei confronti delle imprese che impiegano un numero di lavoratori in nero pari o superiore al 20 per cento di quelli totali: nel 2014 sono state 91, 46 in più rispetto all’anno precedente. Quasi 5 mila le sanzioni amministrative inflitte, 526 quelle penali.
Un capitolo a parte per i locali e negozi etnici, in primis quelli cinesi. Su 32 attività ispezionate, tra ristoranti, attività commerciali e parrucchieri, 26 sono risultate irregolari: il 75 per cento. Nel corso degli accertamenti sono stati trovati 39 lavoratori completamente al nero, ed irrogati 13 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale.











