Dodici anni senza più nuovi bandi per le case popolari, un’eternità per chi non ha un tetto sopra la testa e, contemporaneamente, il portafoglio vuoto. O quasi vuoto. Da oggi, invece, scatta la rivoluzione: il Comune crea infatti due nuovi bandi, uno legato alle graduatorie e l’altro per chiedere e ottenere un cambio di residenza. L’amministrazione comunale ha messo a correre quattro milioni di euro per riqualificare le 3140 case Erp sparse un po’ per tutti i rioni. “L’atto importante è il bando nuovo dopo 12 anni, permette di dare una risposta ai cittadini con esigenze che nel tempo sono cambiate. Tanti non potevano ottenere la casa perchè non erano in graduatoria, sarà possibile anche fare il cambio degli alloggi tra case comunali e di Area. All’interno avremo delle sub graduatorie per esigenze particolari: chi ha disabili in famiglia avrà priorità anche sulla base di alcuni standard che è necessario avere per farli vivere in condizioni dignitosi”, annuncia il sindaco Paolo Truzzu. E, quando si parla di case popolari, viene subito in mente Sant’Elia. Lì, i palazzoni del Favero e altre case, a volere essere buoni, cadono a pezzi: “Il Comune ha solo una parte del patrimonio edilizio, nel Borgo Vecchio e Anelli. Abbiamo un contatto continuo con Area e Abbanoa e spesso interveniamo direttamente noi per una serie di attività da fare sulla rete fognaria. Facciamo anche qualcosa di più di quello che dovremmo fare”.
Tornando agli alloggi Erp, capita spesso che una casa sia libera ma che non si presenti nessuno: “Capita anche questo, forse perchè la graduatoria è vecchia. Chi aveva bisogno non ce l’ha più o magari, nel 2009, non avevano una famiglia e non potevano accedere all’assegnazione. Ecco perchè abbiamo realizzato il nuovo bando, ha avuto ritardi legati alla pandemia”. Concorde l’assessora comunale ai Lavori pubblici Gabriella Deidda: “750 persone in attesa dal 2009, avevamo già deciso di aprire questa nuova graduatoria per assegnazioni e cambi. Con le graduatorie chiuse le nuove famiglie non potevano fare domanda”. Preoccupazione per il fatto che l’alloggio potrà chiederlo anche chi non vive ma lavora solo a Cagliari? “Lo prevede la Legge 13, potrebbe esserci un boom di richieste, non sappiamo, magari c’è gente sotto sfratto anche in situazioni e paesi che noi non conosciamo. Tantissimi chiedono un cambio di alloggio, il nostro patrimonio è vecchio, realizzato 60 anni fa con tante barriere architettoniche che non permette, agli anziani, di avere una vita senza problemi, spesso non ci sono ascensori, dobbiamo sostituire le vasche con le docce. O, ancora, ci sono anziani con alloggi abbastanza grandi sottoutilizzati che vogliono avvicinarsi a un ospedale dove devono recarsi per le cure. Terremo conto di tutte le esigenze”.







