Bufera Vigilanza Sardegna, le dure parole di un’ex guardia giurata

A parlare è Efisio Atzeni, ex vigilantes, agguerrito sindacalista e segretario provinciale dell’Unal (Vigilanza privata)


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«Il fallimento della Cooperativa Vigilanza Sardegna, è solo la conseguenza di un malessere societario che esisteva da anni. Poi, certo è anche vero che il turn-over politico negli appalti regionali, la crisi economica ad esempio, giocano il loro ruolo fondamentale, ma c’era una cattiva gestione di forza lavoro e dei capitali, i mancati versamenti tributari, bilanci che non quadravano. Ecco il risultato, oggi è sotto gli occhi di tutti che un impero è crollato». E’ un fiume in piena e non ha certo voglia di gettare acqua sul fuoco, Efisio Atzeni, di Monserrato, classe 1949, storico socio della Vigilanza, guardia giurata e agguerrito sindacalista e segretario provinciale dell’Unal (Sindacato Vigilanza privata), il quale apre una cartella piena zeppa di denunce, documenti e bilanci societari, due sentenze del Tribunale di Cagliari, (sezione fallimentare) e mostra un andamento a suo dire “disastroso e burrascoso” all’interno dei vari Cda (Consigli di Amministrazione) di una delle più importanti ed imponenti Società di Vigilanza dell’Isola: «Ricordo bene tutto, per filo e per segno – sottolinea Efisio Atzeni, oggi in pensione dal 2011 – entrai come guardia giurata nel febbraio del 1976, ho combattuto una guerra, “nel rispetto del diritto di uomo e di lavoratore, nonché di socio lavoratore”, durante le riunioni assembleari mi proponevo sempre come interlocutore, assieme ad altri pochi colleghi, difendendo con forza le ragioni di tutti i soci, della stessa Società. Chiedevo e chiedevamo spiegazioni sulla gestione, sulle entrate, uscite, sui capitali in denaro versati da tutti i soci. La società è stata “bene “ sino all’anno 2000. Dal 2001 le cose iniziarono a peggiorare. Da qui è iniziata una lenta discesa, le cause, di tale crisi, paventate dal CDA, a loro dire erano date dalle crisi di mercato e nel 2002 anche dagli adeguamenti contributivi del nuovo contratto in essere. Si passava da un contratto proprio della società per adeguarsi al nuovo contratto collettivo nazionale delle guardie giurate. Una realtà completamente nuova che aveva destabilizzato il nostro acquisito. Ci veniva proposto vantaggioso per i soci anche in virtù di tutti gli adeguamenti contributivi. Ci sembrava una chimera, un sogno. Il mio solo scopo e intento era di chiedere solamente che fossero rispettati i diritti dei lavoratori, soci e dipendenti della vigilanza. Poi – dice amareggiato, Atzeni – arrivarono intorno al 2003 anche le minacce velate a mia moglie, mia figlia, andai dritto alla Procura della Repubblica e misero il mio telefono sotto intercettazione, un incubo. Ma sono riuscito a fermarli, si scoprì tutto. Tutto questo  perché indirettamente ero scomodo, non stavo zitto, cercavo di risvegliare nei colleghi l’amore e l’interesse per questa avventura chiamata “Cooperativa”». 

IL SINDACALISTA AGGUERRITO. Negli occhi di un uomo che in Vigilanza chiamavano “Cavallo Pazzo”, “lo Scrivano Fiorentino, perche metteva tutto per iscritto” e i più buoni ne riconoscevano le doti di Memoria Storica”, (per la sue tenace ed instancabile attività di vederci chiaro su tutto, sempre, volendo contribuire al meglio nella gestione societaria). Oggi emerge la sua voglia di parlare: «Non mi importa e non è importante fare nomi e cognomi o altro – dice l’ex guardia giurata – perché tutto quanto è scritto sui libri contabili della Cooperativa, su tutte le denunce che sono ancora in corso, e alcune già soddisfatte. Tuttora sono in causa civile perché son dovuto ricorrere all’intervento del Tribunale di Cagliari per avere ciò che mi spetta e ciò che ho onestamente e duramente lavorato. Protesta presentata anche da alcuni miei colleghi,” io ormai ero in pensione” a cui avevano dato visibilità gli organi di stampa e anche con riprese video. Allora il CDA se lo era preso contro una solo socio, Maurizio Spano, che aveva dato visibilità alla sua denuncia pubblica: “dissociandolo”, licenziandolo” e denunciandolo per aver diffamato la società. “ Come se un proprietario e socio non avesse alcun diritto di critica, per inciso lui da un mese a questa parte ha ripreso a lavorare non nella CVS (Cooperativa Vigilanza Sardegna) ma in un’altra società. La CVS è stata condannata dal Tribunale riconoscendogli le sue ragioni. Ed oggi, anche lui, è in attesa di quanto disposto e riconosciuto dal Tribunale.  Già dapprima di allora, alcuni colleghi avevano avanzato denunce, sfociate in alcuni interventi da parte del Ministero. Poi immagino, che il CDA, non sapendo più dove aggrapparsi si è auto denunciato. Ma oramai il giocattolino era rotto. E così veniamo ad oggi, con la disposizione del primo intervento del Ministero, che si pronunciava per l’insolvenza la CVS nominando quali commissari giudiziali: l’avv. Luigi Amerigo Bottai, il dottor Giovanni Grazzini e il dott. Domenico Casalino. Di seguito il dott. Grazzini presenta il suo lavoro al Tribunale, dando ampia visione a tutti i soci CVS. Così  alcuni soci <M.Cuccu, G.Baracetti, A.Uccheddu e A.Troncia> depositano le loro osservazioni in Tribunale in merito al lavoro svolto e depositato dal Grazzini. Quindi dal 2003 ad oggi è stata una escalation di sostituzioni di figure lavorative da Vigilanza armata a portierato, creando disagio tra le varie società e i prestatori d’opera. Ora il tutto si conclude – aggiunge sempre Atzeni – con un intervento del Tribunale sezione fallimentare che dichiara fallita la società CVS, dando possibilità ai creditori che vantano diritti reali mobiliari o personali sui beni in possesso della CVS. Quello che non capisco è perché si parla solo della Vigilanza Sardegna: è tutto il gruppo Vigilanza Sardegna che è fallito, non solo la casa madre. Una voragine di crediti che superano abbondantemente i 20 milioni di euro e i mancati versamenti tributari, non oso pensare quanto. Chi li pagherà?».

LE POLEMICHE. L’ex guardia giurata-sindacalista non stempera gli animi: «Perché tutti questi mancati versamenti tributari, Iva ed altri adempimenti obbligatori per legge? – continua Efisio Atzeni – poi c’è l’elenco di creditori tra pagamenti di Tfr ai soci in pensione ma anche alle aziende private che vantano crediti sulla Cooperativa Vigilanza Sardegna e – sottolinea Atzeni – che dire poi del collega guardia giurata, Maurizio Spano e di altri vigilantes che sollevarono nemmeno un anno, fa il dramma dei mancati pagamenti degli stipendi, ve lo ricordate? Stavano pubblicamente manifestando il malessere, persone esasperate perché devono, come tutti, dar da mangiare alle famiglie e far fronte alle spese.  Maurizio Spano è stato dissociato, licenziato e denunciato per aver detto il falso e nuociuto all’immagine della società. Oggi lui è di nuovo in servizio con un’altra società, il Tribunale gli ha dato ragione e condannato la CVS a pagare tutti i danni subiti dallo Spano. Mi piange il cuore – conclude Efisio Atzeni – ma tutto quello che dico ed affermo è tutto documentato con i numeri, bilanci, carte bollate, denunce al Ministero e al Tribunale, negli andamenti societari che dal 2004 in avanti, non erano in linea e omogenei rispetto ai lavori che avevamo ed è proprio così – conclude Atzeni – la bufera era già iniziata da troppo tempo». Alessandro Congia preprod.castedduonline.localmente.it