Il ministro che non piace ai dipendenti pubblici, e che più volte si è scagliato contro l’inefficienza della pubblica amministrazione, riporta tutti in ufficio dopo un anno e mezzo di smart working. Un tempo sufficiente per rivelare i tanti, troppi, punti deboli di un sistema che in Italia è stato più un’emergenza che una risorsa. Prima della pubblicazione del dpcm a firma Renato Brunetta sarà però necessario un nuovo passaggio: l’estensione dell’obbligo del green pass a tutti i dipendenti pubblici. Il provvedimento stabilirà soltanto il ritorno in ufficio dei dipendenti, facendo tornare ordinaria la modalità del lavoro in presenza, mentre il lavoro agile o smart working o lavoro a distanza sarà consentito a una percentuale intorno al 15%, anche se le nuove quote di lavoro da remoto verranno stabilite dai dirigenti attraverso i Piani sul lavoro agile. Tutto il resto – diritto di disconnessione, pagamento di straordinari, buoni pasto che i dipendenti hanno continuato a percepire nonostante lavorassero a casa – sarà definito attraverso i contratti collettivi di lavoro.












