Il buono pasto? Al Brotzu non lo ricevono tutti i dipendenti. Si tratta di circa sei euro, chi lo riceve lo utilizza nella mensa aziendale, aperta a pranzo e chiusa la sera. Tutti gli altri, a quanto pare, restano a bocca asciutta. È per questo che la Uil, attraverso il suo segretario teritoriale Attilio Carta e Fabio Sanna, Antonina Usala e Stefano Trogu della segreteria aziendale Arnas, chiedono che vengano garantiti i bonus a tutti e, soprattutto, che tutti i buoni non erogati negli ultimi cinque anni vengano rimborsati. L’avvocatessa Caterina Usala ha già spedito una dettagliata lettera ai vertici del Brotzu.
“Abbiamo intrapreso una nuova battaglia, ora legale, per garantire il sacrosanto diritto che i pasti, in mensa o coi buoni pasto, spettino obbligatoriamente a tutti i lavoratori per i giorni di effettiva presenza a lavoro. In assenza di una previsione collettiva, la pausa non può essere inferiore a 10 minuti. Il momento di fruizione della stessa può coincidere con qualsiasi momento della giornata lavorativa e non necessariamente e successivamente al trascorrere delle 6 ore di lavoro”, spiegano i sindacalisti. Che avvisano: “Interpretare in modo distorto o ignorare questi lineari principi normativi conferma il modus operandi, degli uffici competenti, di fatto sempre inclini ad agire mai a miglior favore del dipendente. Anzi. Tutto ciò è piuttosto grave e sicuramente si annovera tra i fattori che, maggiormente, possono contribuire all’incremento esponenziale dello stress lavorativo, oramai sfuggito di mano nell’indifferenza generale”.











