L’ipotesi di bloccare almeno per un anno la pesca del riccio mette in allarme i pescatori-boxisti di Su Siccu. “È l’unico lavoro che sappiamo fare. Giusto pescare meno, ma lo stop totale sarebbe una catastrofe”
Non si ferma la scia di polemiche legata all’ipotesi di bloccare la pesca del riccio per almeno un anno. Il “rischio estinzione” ha sollevato un polverone, ma i ricciai di Su Siccu non ci stanno. C’è già stata la riduzione delle ceste, da sei a quattro, con il conseguente aumento di un euro a porzione. Ma la parola “stop” suona come tragica alle orecchie di chi prima va a pescare e poi vende i ricci.
Marco Pisano, 35 anni, è pescatore di ricci dal 2007. “Giusto smettere di pescare in determinati periodi, ma non per un anno. La vita del pescatore è difficile, un’influenza o un infortunio e tutto si blocca. Voglio continuare a portare il pane a casa facendo questo lavoro. Insieme a me lavora tutta la mia famiglia”.
Michele Puddu, 36 anni, è netto. “Il calo delle ceste è già un problema, il fermo biologico è giusto ma solo in parte. Sì a qualche zona di pesca chiusa, no a una chiusura totale. Fare il pescatore di ricci è l’unico modo che ho per dare da mangiare alla mia famiglia”.
Lino Depau, altro storico ricciaio. “Siamo penalizzati dalla stagione breve, ma siamo consapevoli perché vogliamo salvaguardare il nostro interesse. Giusto pescare meno, ma no al fermo biologico”.










