In pratica, i legali della Regione Sardegna, pagati con soldi pubblici ovvero dai cittadini, da quasi sei mesi si occupano solo e soltanto di preparare ricorsi e controricorsi per salvare la presidente della regione Todde e i suoi del campo largo. Ieri, con un vero e proprio blitz, il capogruppo del Pd Roberto Deriu ha portato nell’aula del consiglio regionale una mozione, approvata in zero secondi dalla maggioranza di centrosinistra, senza presentazione né discussione né nient’altro che possa suggerire il minimo utilizzo di meccanismi democratici. Opposizione fuori dall’aula e via libera dalla maggioranza, con il Pd capofila di una scelta che sta suscitando polemiche e indignazione.
La mozione prevede un nuovo ricorso alla corte costituzionale. Al centro della questione, la contestazione del potere del tribunale di Cagliari di dichiarare decaduta la presidente Todde, con il consiglio regionale che rivendica come propria competenza esclusiva ogni decisione in materia. E’ il secondo ricorso alla consulta, sul primo la decisione è attesa per il 9 luglio ma non è escluso che i due provvedimenti (quest’ultimo dovrà essere depositato entro il 22 luglio) vengano accorpati e che la decisione slitti.
Ovviamente, si tratta di un modo di guadagnare tempo, per allungare la legislatura il più possibile e arrivare, fra le altre cose, alla maturazione della pensione che scatta quando si sono scavallati i due anni, sei mesi e un giorno fra i banchi del palazzo.
La mozione Deriu, in un improvviso ricompattamento con la Todde dopo il gelo Pd-5 stelle degli ultimi mesi, è stata inserita al termine della seduta dedicata all’approvazione del disegno di legge per il recepimento del decreto nazionale “Salva casa”.
Durissimo il centrodestra, più per ruolo che nella sostanza visto che la decadenza manderebbe a casa anche loro: è un blitz inaccettabile, dicono in coro.