di Francesca- mamma di Gesico
Dopo la chiusura del plesso scolastico di Gesico, dopo che lo scorso anno ho scritto inutilmente a lei ed al suo assessore alla Istruzione, senza ricevere nessuna risposta, io ci riprovo Presidente Francesco Pigliaru! Mi chiamo Francesca e sono la mamma di Emanuele, un bambino affetto da Disturbo dello Spettro dell’Autismo con Disabilità Intellettiva e compromissione del linguaggio associata. Emanuele presenta deficit persistenti nella comunicazione e dell’interazione sociale, deficit della reciprocità socio-emotiva, con un approccio sociale anomalo e fallimento della reciprocità della conversazione. In altre parole condivide poco interessi, emozioni, sentimenti e socialmente interagisce quasi nulla. Sussistono in lui anomalie del contatto visivo e del linguaggio del corpo con deficit della comprensione e dell’uso dei gesti, deficit dello sviluppo e della comprensione delle relazioni.
Emanuele, presenta altresì una certa iperattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente, con reazione di avversione nei confronti dei suoni o consistenze tattili specifici, fascino estremo per luci o movimenti.
Io ci riprovo Presidente Pigliaru. E’ mio dovere farlo, come mamma in primis e come cittadino di questa Regione che paga le tasse! Le scrivo perché dopo che mio figlio è da anni in terapia all’ Asl n°6, sono stata convocata dalla neuro psichiatria che mi comunica che il trattamento dev’essere interrotto perché noi apparteniamo all’Asl n°8 e che la regione Sardegna ha operato importanti tagli. Per questo mio figlio verrà dimesso e nella Asl di appartenenza non abbiamo trovato un posto per inserirlo. Sono molto delusa amareggiata e anche arrabbiata. Mi chiedo il perché di tutto questo, per quale motivo prendersela con i più deboli, gli indifesi. Lo trovo ingiusto anche se mi rendo conto che riceverà migliaia di mail come questa. Sentivo di esprimere il mio dissenso e spero davvero che qualcuno faccia qualcosa. Non è pensabile che un bambino con disabilità grave debba interrompere di punto in bianco il trattamento! Le dico la sincera verità mi vergogno di essere italiana ma non mi arrendo e combatterò sempre per i diritti di mio figlio. Per quanto posso cercherò fino in fondo di eliminare i disagi da voi creati. Io ci riprovo Presidente. Lo devo alla mia dignità di mamma e lo devo soprattutto a mio figlio Emanuele che non merita di certo ulteriori sofferenze aggiungendo disagio a chi già convive col disagio. Tutto questo non è giusto. Tutto questo, se solo si vuole, si può rimediare. Le auguro una buona giornata Presidente, io ci riprovo.












