Da due mesi acquista striscette in farmacia, tranquillizza la figlia e la punge, sulle dita, per ottenere qualche goccia di sangue utile alla misurazione di una glicemia. Jessica Campus, mamma di Quartu 41enne, sta penando da due mesi per ottenere i sensori che consentirebbero alla sua piccola, di appena 4 anni, di tenere sotto controllo il diabete e poter andare anche all’asilo, oltre ad avere un’esistenza tranquilla. Ma l’ennesimo caso di malasanità che arriva direttamente dalla farmacia territoriale di via Bizet fa gridare allo scandalo: “Ho telefonato più volte, mi sono anche recata di persona per cercare di capire come mai abbiano interrotto la fornitura dei presìdi medici dopo la mia prima richiesta, datata 14 novembre. Mi hanno sempre risposto che c’era da attendere, nulla di più”.
La bambina è inoltre costretta a restare a casa: “Non può andare all’asilo perchè dovrei raggiungerla ogni giorno per misurarle la glicemia”. La Campus, qualche ora fa, si è rivolta ai carabinieri: “Sono andata in caserma per chiedere di essere accompagnata da loro all’Asl. Il comandante ha subito fatto una telefonata e finalmente la direttrice si è degnata di rispondere”.
E cosa ha detto? “Venerdì mi contatterà per farmi sapere quando arriveranno i sensori”, prosegue la donna. “Intanto, dovrò continuare a spendere soldi per le striscette e tenere mia figlia in casa. Tutto ciò è vergognoso”.










