Terminati gli ultimi ritocchi, apre il primo tratto di via Roma, da piazza Ingrao a via dei Mille, tra voglia di ripartire e delusione di chi sognava qualcosa di sbalorditivo dal waterfront firmato-Archistar, ma nulla di così eclatante sembra in grado di fare breccia nel cuore dei cagliaritani. Descriviamo l’opera faraonica di riqualificazione partendo da piazza Ingrao, dove la vecchia strada si dispiega in tutto il suo monumentale splendore, qui l’opera di restyling inizia col progressivo restringimento del lastricato, e culmina in un imbuto che ridimensiona “le grandeur’ di via Roma a una decina di metri: inizia così <<la città del futuro>>, pensata lontano ed eseguita quasi ovunque senza battere ciglio, ci dà il benvenuto una pensilina grigio antracite, poi arriva l’area gym, un piccolo spazio con attrezzi, due altalene, ed una grottesca piramide di corde che inizia a riscuotere successo; poco dopo tre muretti smorzano brutalmente la visuale, nessuna effervescenza decorativa, sia ben chiaro, ma soltanto i quadri dell’impianto di irrigazione.
All’altezza di via Porcile inizia uno spiazzo alberato “privo di alcun riferimento significativo”, dice Eleonora, dirigente scolastico, che aggiunge, “manca la fontana”, punto di aggregazione e oasi salvifica nelle torride giornate d’estate; la pavimentazione è formata dai basoli di riporto, nuove lastre in granito, conglomerato cementizio, ghiaia, e sanpietrini, un insieme variegato di forme e colori che non mette d’accordo tutti per dirla in modo galante; più avanti una rude fila di dissuasori cuneiformi borda il marciapiede frammezzato da enormi panchine tondeggianti, gli alberi e i lampioni comprimono lo spazio in “strettoie” dove riesce a passare una persona per volta. La passeggiata, fulcro del progetto di riqualificazione, si presenta rettilinea, senza le morbide curvature capaci di dare movimento; la larghezza originaria è stata ridotta lasciando spazio ad aiuole ampie e pianeggianti, nessuna ondulazione gratifica la vista e rompe con l’ordinario; gli alberi di Giuda sono stati rimpiazzati da Lecci e Jacarande, una parte è ripiantata a poca distanza; lungo il percorso compaiono ergonomiche panchine con comodo schienale. Viabilità: fa discutere la riduzione della strada a una corsia per senso di marcia, rallentamenti e code aumentano lo stazionamento; le manovre di posteggio in aree riservate e la consegna merci dai corrieri, possono costituire ostacoli pregiudizievoli agli interventi di Forze dell’Ordine e 118; inoltre, la riduzione dello spazio lastricato tumula definitivamente la possibilità di svolgere eventi di qualsiasi tipo. Ecco le opinioni di alcuni intervistati: per Giancarlo Rolla, noto gioielliere, “occorrono tre fontane per rinfrescare l’aria nei mesi più caldi”; Elisabetta Fiorenza, commerciante, ritiene “troppo lunghi i tempi di esecuzione dei lavori”, Francesco, residente, è soddisfatto dei lavori finora eseguiti; Riccardo, universitario, sostiene che “la pavimentazione è da valorizzare, non da demolire”, mentre Rosario Palmeri, della storica orologeria, mette l’accento sul problema sicurezza. Una dura critica arriva da Gianluca, architetto sardo residente all’estero: “hanno piazzato il verde su balconi a cinquanta metri d’altezza e non mettono aiuole sopra il lastricato”, in base alla sua teoria le strutture amovibili rispettano l’impianto monumentale preesistente lasciando la strada intatta per eventi imprevisti; pedonalizzare la strada, anziché smantellarla, segue un approccio conservativo ed ecologico, che disciplina la circolazione delle auto, e vede protagonista la socialità prender vita nella lussuosa promenade lastricata, dove aiuole, fontane, ed una elegante illuminazione avrebbero conferito una degna cornice alla via più conosciuta della Sardegna. A questo punto non rimane che aspettare un po’ di tempo per capire se ciò che sta’ succedendo in via Roma porterà ad un capolavoro dell’architettura o segnerà una pagina amara impossibile da dimenticare, perché viste le premesse non sembra molto plausibile che si verifichi un caso intermedio.