“Io non ho nessun nominativo da proporre, nessun commissario da proporre, sono venuto qui nudo. Non ho persone da sistemare. Il sistema sanitario regionale della Sardegna ha bisogno di un lavoro congiunto, di una riforma funzionale e organizzativa urgentissima. La sanità sarda è la peggiore d’Italia”. L’assessore della Sanità Armando Bartolazzi dice la verità su come stanno le cose nella sanità in Sardegna, procurandosi ovviamente critiche e sollevazioni soprattutto quando paragona l’isola al Sudan, raccontando in aula di quando, appena arrivato, aveva saputo del trasferimento di una bambina per un’appendicite da Sassari a Cagliari. “Cose da terzo mondo, che nemmeno in Sudan”, ha concluso l’assessore suscitando la reazione del centrodestra per aver detto quello che tutti i sardi quotidianamente e da anni pensano della sanità, ma se lo dice un non sardo allora ci si ricompatta sulla cacciata dello straniero.
Bartolazzi non è certo uno abituato a usare filtri e non è uno che le manda a dire: così ha fatto oggi nella replica finale alla discussione generale sulla relazione del disegno di legge sulla sanità. Dicendo niente di più che quello di cui tutti i sardi si lamentano, non riuscendo a farsi visitare, a farsi curare, a entrare nei pronto soccorso e così via. Va anche detto che in un anno di governo regionale, a parte raccontare il disastro, nulla si è fatto per arginarlo e invertire la tendenza, dando priorità ad altro.
Oltre venti gli interventi, la maggior parte della minoranza, che ha ribadito con forza la ferma contrarietà al disegno di legge perché “punta solo a cambiare i direttori generali delle Asl”.
Sulla questione del cambio ai vertici delle aziende, Bartolazzi ha precisato che “l’importante è l’erogazione dei servizi” e “purtroppo l’erogazione dei servizi è governata dai direttori generali e non dall’assessorato. Quindi se l’erogazione dei servizi è stata carente, verosimilmente bisogna rivedere qualcosa nella governance”.
Al termine delle dichiarazioni di voto, l’aula ha approvato il passaggio agli articoli con il voto contrario del centrodestra: appuntamento giovedì alle 10 dopo l’analisi degli emendamenti in commissione.












