“Una situazione da terzo mondo, non è giusto vederli buttati per terra tra rifiuti ed escrementi, pensiamo alle malattie, perché non vengono aiutati? Come mai qui in città devono ancora esistere queste situazioni, tra l’altro non belle anche per chi ci abita e lavora”.
Sono frasi sofferte, valutazioni di chi ogni giorno qui accanto agli uffici di viale Bonaria, al Banco di Sardegna, lavora o ci abita: sono trascorse alcune settimane ma i disperati extracomunitari dormono come sempre nel degrado, tra sporcizia e la puzza di bisogni fisiologici. Tutto come prima, quando gli agenti della Polizia Municipale sgomberò quella baraccopoli della disperazione: qui si dorme, si mangia, non c’è acqua e corrente, per andare in bagno ci si adegua, tra le aiuole le chiazze maleodoranti sono palesemente un esempio di una situazione da terzo mondo.
Quei ragazzi extracomunitari lasciati qui, tra gli androni in cemento armato del palazzone dell’istituto di credito, un segnale allarmante, per ora questo non è l’esempio più bello della politica dell’accoglienza. Almeno, chi è in disaccordo si faccia avanti.
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