Riceviamo dal nostro lettore Alessandro Mellino una segnalazione sulla situazione di una delle strade di Assemini. Ecco la lettera.

“Vorrei segnalare una situazione imbarazzante, l’ennesima stortura che caratterizza la nostra bella Italia…Vivo ad Assemini da circa vent’anni, ma la frequento da oltre quaranta, in particolare la Via Lazio. Vi andavo inizialmente perché li abitava la mia ragazza, poi diventata mia moglie e ora vi abito anche io con mia moglie e i miei figli. La cosa incredibile e assurda al contempo, è che da quando conosco la via, è sempre stata sprovvista di un reale marciapiedi, solo un ammasso di ghiaia mista a cemento e a volte solo cemento, come nelle strade di campagna… questo e l’asfalto sono entrambi tutti rattoppatj e pieni di buche, come si vede nelle foto. La questione assurda, è che si tratta di una via centrale, dove si trova il famoso centro ceramica asseminese, strada che si affaccia su via Sardegna, arteria principale del paese, dove un tempo si trovava lo storico K2. Recentemente il comune ha eretto all’ingresso del paese una scritta a caratteri cubitali con il nome del paese, con dietro una sorta di altare con un’anfora di ceramica, per ricordare la tradizione ceramista del paese. Ma li, proprio dove si trova il centro ceramica, si trova lo sfacelo e il disfacimento più incredibile. Quella sorta di marciapiedi è rimasto inalterato da oltre quarant’anni, niente è cambiato, solo i vari rattoppi sull’asfalto… Segnalo che è capitato più volte che le persone cadessero a terra dopo essere inciampati sulla sconnessa pavimentazione, cosa accaduta due volte a mio cognato… Insomma, il solito sfacelo all’italiana, all’ingresso imbellettiamo tutto, ma la polvere sotto al tappeto è li da oltre 40 anni… spero che il sindaco e la giunta si diano da fare, non serve solo mettere meravigliose luminarie a Natale, ma anche rendere vivibile il paese… con strade e marciapiedi degni di questo nome… non guasterebbero anche un palazzetto dello sport e un parco degni di questo nome, da sempre mancanti e ci obbligano ad andare nei paesi vicini o Cagliari…”












