Assemini – Tra marciapiedi stretti e gradini una passeggiata per i disabili può trasformarsi in un incubo: via le barriere architettoniche, presentata la richiesta al consiglio per l’adozione del Peba. Casula: “Abbattiamo le barriere. Per un’Assemini più giusta e inclusiva: il momento di agire è adesso”. “Ho presentato in Consiglio Comunale una mozione per l’adozione del Peba – Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche nel nostro Comune di Assemini. Perché ho scelto di farlo? Perché l’accessibilità non è solo una questione tecnica o burocratica: è una questione di diritti fondamentali, di dignità, di giustizia sociale” spiega Alessandro Casula, Consigliere Comunale del Partito Democratico.
Ma cos’è, in concreto, un Peba? È uno strumento tecnico e partecipativo che consente al Comune di mappare le barriere presenti negli spazi pubblici – marciapiedi, strade, edifici pubblici, centri sportivi – e di programmare interventi concreti per rimuoverle. “Non è solo un obbligo di legge: è una scelta di civiltà. Serve a garantire che tutte le persone, a prescindere dalla propria condizione fisica, sensoriale o cognitiva, possano vivere pienamente la città. È un processo che coinvolge attivamente tutta la società e che permette di creare una città realmente inclusiva”.
Non un semplice elenco di interventi, però, “è uno strumento strategico che permette di individuare, analizzare e rimuovere quegli ostacoli che oggi impediscono a molte persone di vivere la nostra città in autonomia e in sicurezza.
Come ci ricorda la Costituzione italiana all’articolo 3, è compito della Repubblica – e quindi di tutti noi – rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Come ci ricorda la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’accessibilità è un diritto imprescindibile, senza il quale non possiamo parlare davvero di uguaglianza, di libertà, di partecipazione.
Una barriera architettonica non è solo un gradino o un marciapiede troppo stretto: è un ostacolo alla libertà, è una negazione del diritto di vivere la propria città, è un limite alla possibilità di andare a scuola, lavorare, fare la spesa, incontrare gli amici, di essere parte della comunità.
Ho trovato una frase forte nel Peba del Comune di Porto Torres che condivido:
“L’obiettivo è rendere la città meno ‘disabile’, più accessibile e inclusiva.”
Non si tratta infatti di “fare un favore” a qualcuno: si tratta di prendere coscienza che una città inclusiva è una città migliore per tutti. Perché la disabilità non è un limite della persona: è l’ambiente che la rende tale, è la città, quando non è accessibile, a diventare essa stessa disabile”.
Una battaglia, insomma, quella di casula al fine di rendere la città inclusiva. “Io credo fortemente che il nostro compito sia proprio questo: rendere Assemini meno disabile, più capace di accogliere le vite di tutti. Non è una scelta tecnica: è un dovere morale, un segno di rispetto per la persona, una scelta strategica per il futuro della nostra comunità.
Per questo, con questa mozione, chiedo: Che venga avviata subito la redazione del Peba per Assemini; Che vengano coinvolti attivamente i cittadini, le associazioni, le scuole, le imprese, e tecnici competenti in materia; Che si definiscano priorità chiare, tempistiche certe e si inserisca il piano nella programmazione triennale delle opere pubbliche; E soprattutto, che si metta al centro la persona.
Diamo un segnale forte: Abbattiamo le barriere.
Perché una città senza barriere è una città che non lascia indietro nessuno.
Serviranno anni, serviranno pazienza e risorse.
Ma il futuro si costruisce solo se si ha il coraggio di iniziare a cambiare.
Il cambiamento non arriva per caso: arriva quando scegliamo di agire, di fare la cosa giusta, di non voltare lo sguardo dall’altra parte”.












