Un altro stop, dunque, quello che si apprestano a ricevere i vertici istituzionali della Sardegna in merito ai territori dove piantare pale eoliche e distese di pannelli fotovoltaici. “Si alla transizione energetica, ma fatta con un giusto criterio. Il Medio Campidano ha già fatto la sua parte, le pale eoliche sono presenti già in molte zone” ha espresso Urpi. Non solo: “La zona di Arbus e del guspinese, quando c’è stata l’estrazione mineraria, ha dato molto e non ha mai ricevuto alcun investimento per la riqualificazione di quei luoghi. In Marmilla avremo le centrali di accumulo, il Medio Campidano è un territorio che fa del paesaggio, del bene archeologico il suo punto di forza”. Barumini con le sue torri in pietra, la Giara di Gesturi con i suoi cavallini selvatici, i monti di Villacidro come quelli di Gonnosfanadiga, una grande attrattiva che si riversa, poi, nella Costa Verde. I castelli che dominano dall’alto, Las Plassas e Sardara che con le sue fonti termali è uno dei fiore all’occhiello della provincia. “Un territorio che ha dato tanto ma ha ricevuto poco, non abbiamo mai avuto investimenti statali importanti, non beneficiando nemmeno di ricadute economiche ed occupazionali.
Andremo allora a dire alla Regione che non abbiamo altre aree idonee se non quelle dismesse a patto che non venga deturpato ulteriormente il paesaggio. Inoltre avanzeremo la proposta di pensare a un repowering, ossia sostituire le vecchie pale eoliche, già esistenti, con quelle di ultima generazione, diminuendo così il numero ma aumentando la potenza”. Fuori dalle aree idonee anche tutte le superfici di autoconsumo: aziende agricole e spazi verdi dei cittadini, insomma, non si toccano.











