Ansia, attacchi di panico e depressione curati con lo sport: da allievo a istruttore di Sanda, la (ri)vincita di Ivan Soro, Sestu. “Il sanda e la lotta shuai jiao sono state la mia salvezza, il mio primo amore, quelle che sono riuscite a forgiarmi caratterialmente, a farmi combattere contro i miei demoni e soprattutto a farmi riprendere in mano la mia vita riuscendo ad affrontare quella brutta bestia”.
Una storia che mette in evidenza come lo sport possa diventare la giusta terapia per raggiungere il benessere fisico e mentale. A raccontare la sua rinascita è Soro, un ragazzo che si è avvicinato alle arti marziali in età adulta, aveva già superato i 30 anni. È entrato come allievo in una palestra del paese, non aveva mai fatto sport da combattimento, in un periodo particolare della sua vita: aveva iniziato a soffrire di ansia, attacchi di panico e depressione, ed è così che ha scelto di iscriversi per liberare un pò la mente da quel momento particolare della sua vita. Non è più uscito dalla palestra, da quella mentalità e da quello stile di vita che sono diventate una passione. Totalmente innamorato del sanda, Soro afferma: “Questo sport mi ha salvato la vita”.
Da allievo poi è stato spinto dal suo ex maestro a studiare per diventare allenatore e successivamente istruttore di sanda: ha iniziato così a insegnare ai bambini. Nel 2019 ha aperto la sua palestra in un locale del padre, dove c’era nulla, nemmeno il pavimento, e con il supporto di tutta la famiglia, con tanto lavoro, ha eseguito personalmente tutti i lavori di muratura, idraulica, elettrici, nonostante non fosse il suo mestiere. Ma aveva solo un sogno, un obiettivo da raggiungere ossia creare un luogo suo dove insegnare e, magari, aiutare le persone. E così è stato: Soro ha un’altro lavoro, tramandato dal padre, è un commerciante d’auto insieme al fratello, ma una volta terminata la sua giornata in ufficio si reca in palestra per allenarsi e insegnare a tantissimi bambini e adulti. Ha continuato a studiare gli sport da combattimento, ha cambiato maestro e si è affidato alla guida del suo attuale maestro VI Duan Giuseppe Grossi di Roma, “massimo esponente del sanda in Italia”, con il quale ha instaurato un fantastico rapporto.
Nel 2023 ha deciso di imparare una nuova disciplina e ha studiato anche la muay thai e, dopo esser riuscito a superare l’esame, si è qualificato come istruttore di muay thai.
I suoi allievi partono dai 5 anni fino ai 55, uomini e donne, ha diversi agonisti, sopratutto tra i più giovani, che combattono sia per il sanda che per la muay thai portando a casa ottimi risultati.
A maggio ha portato 7 allievi a Perugia che hanno vinto 5 medaglie d’oro e due d’argento di cui 6 nella disciplina sanda sanshou, che è la kickboxing cinese, e una nella lotta cinese shuai jiao. Poche settimane fa ha partecipato a un evento di muay thai a Serramanna e al 7° festival delle arti marziali a Budoni organizzata dal Campione di Muay Thai Aldo Rodriguez Navas.
“Penso che tutti gli sport siano importanti nella vita, ma credo che gli sport da combattimento siano importanti per una crescita interiore, perché ti formano caratterialmente, sia da grandi che da piccoli. Ti aiutano anche nelle cadute della vita di tutti i giorni, perché chi combatte sa bene che può andare giù al tappeto ma sa anche che deve rialzarsi con tutte le sue forze e non mollare fino alla fine, come nella vita.
il sanda e la lotta shuai jiao sono state la mia salvezza, il mio primo amore, quelle che sono riuscite a forgiarmi caratterialmente, a farmi combattere contro i miei demoni e soprattutto a farmi riprendere in mano la mia vita riuscendo ad affrontare quella brutta bestia dell’ansia.
Questo evento per me è stato davvero emozionante, in primis per la gioia dei miei allievi, erano davvero carichi, si sono preparati davvero come dei veri fighter.
La loro felicità è il mio carburante, vederli lavorare così bene in palestra, aiutarsi e supportarsi l’un l’altro, vederli combattere nonostante le loro paure per me è qualcosa di davvero straordinario.
Poi c’è stato anche il mio esordio nella lotta, a 40 anni, con il team Anzidei di Tortoreto lido che mi ha accolto come un fratello e che mi ha dato la possibilità combattere per il suo Team. Ringrazio anche il mio amico fraterno Maestro Enrico Sabadini di Pisa che mi ha aiutato nel riscaldamento pre match. Mi sono preparato per mesi, con l’aiuto di un mio carissimo amico, nonché campione di muay thai Aldo Rodriguez Navas, ed è grazie a lui che sono arrivato con un ottima condizione fisica e lo ringrazio tantissimo per tutto il tempo che mi ha dedicato, Aldo è una persona davvero speciale.
Sono riuscito a vincere la medaglia d’oro davanti ai miei allievi, davanti ai miei figli, ed è stato davvero emozionante, vederli con gli occhi sgranati fare il tifo per me, urlare continuamente il mio nome, mi ha dato una carica incredibile, non potevo deluderli. Credo che questo mio esordio gli abbia anche insegnato qualcosa, che nonostante l’età, un infortunio ai tendini del braccio, gli ho dimostrato che se vuoi davvero qualcosa e lavori bene riuscirai ad ottenerla.
Avrei potuto anche fallire, sarei uscito comunque con lo stesso sorriso di quando ho vinto, perché ce l’ho messa tutta e gli avrei insegnato comunque che nello sport come nella vita si può vincere e si può anche perdere, ma l’importante è la nostra reazione.
Una storia che mette in evidenza come lo sport possa diventare la giusta terapia per raggiungere il benessere fisico e mentale. A raccontare la sua rinascita è Soro, un ragazzo che si è avvicinato alle arti marziali in età adulta, aveva già superato i 30 anni. È entrato come allievo in una palestra del paese, non aveva mai fatto sport da combattimento, in un periodo particolare della sua vita: aveva iniziato a soffrire di ansia, attacchi di panico e depressione, ed è così che ha scelto di iscriversi per liberare un pò la mente da quel momento particolare della sua vita. Non è più uscito dalla palestra, da quella mentalità e da quello stile di vita che sono diventate una passione. Totalmente innamorato del sanda, Soro afferma: “Questo sport mi ha salvato la vita”.
Da allievo poi è stato spinto dal suo ex maestro a studiare per diventare allenatore e successivamente istruttore di sanda: ha iniziato così a insegnare ai bambini. Nel 2019 ha aperto la sua palestra in un locale del padre, dove c’era nulla, nemmeno il pavimento, e con il supporto di tutta la famiglia, con tanto lavoro, ha eseguito personalmente tutti i lavori di muratura, idraulica, elettrici, nonostante non fosse il suo mestiere. Ma aveva solo un sogno, un obiettivo da raggiungere ossia creare un luogo suo dove insegnare e, magari, aiutare le persone. E così è stato: Soro ha un’altro lavoro, tramandato dal padre, è un commerciante d’auto insieme al fratello, ma una volta terminata la sua giornata in ufficio si reca in palestra per allenarsi e insegnare a tantissimi bambini e adulti. Ha continuato a studiare gli sport da combattimento, ha cambiato maestro e si è affidato alla guida del suo attuale maestro VI Duan Giuseppe Grossi di Roma, “massimo esponente del sanda in Italia”, con il quale ha instaurato un fantastico rapporto.
Nel 2023 ha deciso di imparare una nuova disciplina e ha studiato anche la muay thai e, dopo esser riuscito a superare l’esame, si è qualificato come istruttore di muay thai.
I suoi allievi partono dai 5 anni fino ai 55, uomini e donne, ha diversi agonisti, sopratutto tra i più giovani, che combattono sia per il sanda che per la muay thai portando a casa ottimi risultati.
A maggio ha portato 7 allievi a Perugia che hanno vinto 5 medaglie d’oro e due d’argento di cui 6 nella disciplina sanda sanshou, che è la kickboxing cinese, e una nella lotta cinese shuai jiao. Poche settimane fa ha partecipato a un evento di muay thai a Serramanna e al 7° festival delle arti marziali a Budoni organizzata dal Campione di Muay Thai Aldo Rodriguez Navas.
“Penso che tutti gli sport siano importanti nella vita, ma credo che gli sport da combattimento siano importanti per una crescita interiore, perché ti formano caratterialmente, sia da grandi che da piccoli. Ti aiutano anche nelle cadute della vita di tutti i giorni, perché chi combatte sa bene che può andare giù al tappeto ma sa anche che deve rialzarsi con tutte le sue forze e non mollare fino alla fine, come nella vita.
il sanda e la lotta shuai jiao sono state la mia salvezza, il mio primo amore, quelle che sono riuscite a forgiarmi caratterialmente, a farmi combattere contro i miei demoni e soprattutto a farmi riprendere in mano la mia vita riuscendo ad affrontare quella brutta bestia dell’ansia.
Questo evento per me è stato davvero emozionante, in primis per la gioia dei miei allievi, erano davvero carichi, si sono preparati davvero come dei veri fighter.
La loro felicità è il mio carburante, vederli lavorare così bene in palestra, aiutarsi e supportarsi l’un l’altro, vederli combattere nonostante le loro paure per me è qualcosa di davvero straordinario.
Poi c’è stato anche il mio esordio nella lotta, a 40 anni, con il team Anzidei di Tortoreto lido che mi ha accolto come un fratello e che mi ha dato la possibilità combattere per il suo Team. Ringrazio anche il mio amico fraterno Maestro Enrico Sabadini di Pisa che mi ha aiutato nel riscaldamento pre match. Mi sono preparato per mesi, con l’aiuto di un mio carissimo amico, nonché campione di muay thai Aldo Rodriguez Navas, ed è grazie a lui che sono arrivato con un ottima condizione fisica e lo ringrazio tantissimo per tutto il tempo che mi ha dedicato, Aldo è una persona davvero speciale.
Sono riuscito a vincere la medaglia d’oro davanti ai miei allievi, davanti ai miei figli, ed è stato davvero emozionante, vederli con gli occhi sgranati fare il tifo per me, urlare continuamente il mio nome, mi ha dato una carica incredibile, non potevo deluderli. Credo che questo mio esordio gli abbia anche insegnato qualcosa, che nonostante l’età, un infortunio ai tendini del braccio, gli ho dimostrato che se vuoi davvero qualcosa e lavori bene riuscirai ad ottenerla.
Avrei potuto anche fallire, sarei uscito comunque con lo stesso sorriso di quando ho vinto, perché ce l’ho messa tutta e gli avrei insegnato comunque che nello sport come nella vita si può vincere e si può anche perdere, ma l’importante è la nostra reazione.
Se la vedi solo come una sconfitta diventa pesante, se invece la vedi come uno sprint per fare meglio la prossima volta è comunque una vittoria”.
Tra i piccoli campioni c’è anche Alessandro, 9 anni: “Mi piace fare questo sport perché mi rende più sicuro di me stesso, mi rende felice, perché è la mia passione. Le emozioni che ho vissuto sono state incredibili, tanta tensione prima degli incontri e tanta forza durante l’incontro, aver vinto a Perugia mi ha reso fiero di me stesso.
Ho dedicato la mia vittoria al mio istruttore che è sempre stato vicino a me, alla mia famiglia e al mio cagnolino King che non c’è piu”.












