Negli occhi ha ancora le immagini della fuliggine e del fumo di quell’11 settembre 2019: il suo Scaccomatto y sueno in fiamme, distrutto dal fuoco. Anna La Robina, 59 anni, insieme alla sua socia Patrizia Piras, si sono rimboccate le maniche e, grazie ai loro risparmi, hanno aperto un nuovo ristorante a Sant’Avendrace. L’inaugurazione era prevista per il 15 marzo: “Sei giorni prima è arrivata la maxi serrata del Governo per l’emergenza Coronavirus. Una beffa nella beffa”, spiega La Robina. “Avevamo appena finito tutti i lavori, settanta posti interni. Ora, con le nuove regole legate alle distanze da rispettare, saranno solo venticinque”. La ristoratrice, a capo di un folto gruppo di ristoratori sardi impegnati nel definire tutta una serie di idee e soluzioni per riuscire a ripartire quando l’emergenza sarà un po’ più contenuta, boccia in pieno i pannelli in plexiglass: “Non li metterò mai, i clienti non verrebbero. I piccoli locali, inoltre, sono in ginocchio”.
L’idea del sindaco Paolo Truzzu piace a La Robina: “Ristoranti all’aperto alla Fiera e al porto? Perchè no?”. Tuttavia, l’imprenditrice guarda all’immediato presente: “È chiaro che, sia per me sia per gli altri titolari di piccoli locali, i tavolini all’esterno diventeranno fondamentali per sopravvivere. Li vogliamo, sono l’unica soluzione valida per cercare di farci risorgere. Dovremo convivere tutti col virus, e almeno la metà di chi era abituato a mangiare in ristorante avrà paura e timore di ritornare”.











