Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un atto di intervento nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale relativo al progetto di realizzazione della centrale eolica “Nulvi“, l’ennesima centrale eolica, stavolta a opera della società milanese Nulvi s.r.l. in Anglona, nei territori comunali di Nulvi, Martis, Tergu, Laerru.
“Il progetto della centrale eolica prevede 10 aerogeneratori con un’altezza massima complessiva di circa 200 metri, per una potenza nominale massima pari a 60 MW, poi linee elettriche di collegamento alla rete elettrica nazionale, viabilità, una stazione di trasformazione (150/33 kV), nuove stazioni elettriche RTN (150 kV), sbancamenti, cavidotti in zone ricche di corsi d’acqua, boschi e macchia mediterranea.
Ampia la presenza di beni culturali (fra cui il Nuraghe Lecchereo, il Nuraghe Figu Piinta, il Nuraghe Cracas, il Nuraghe e la Tomba dei Giganti Orcu, il Nuraghe Pedra Fulcada, il Nuraghe Bolentari, il Nuraghe Pesciarzu, la Chiesa di San Leonardo), la Grotta di Su Coloru (rientrante anche nella Rete Natura 2000) e di vincolo paesaggistico/ambientale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), la centrale eolica sorgerebbe ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 6 del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile di cui al D.M. Ambiente 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili).
L’area è un tipico paesaggio archeologico sardo
Nessuna considerazione – obbligatoria per legge – degli impatti cumulativi determinati da analoghi progetti esistenti nelle medesime zone, nessuna previsione di adeguata prestazione di fideiussione (art. 1936 cod. civ.) per eventuali danni all’ambiente e agli interessi pubblici nelle fasi di cantiere, di gestione dell’impianto e del ripristino ambientale (decommissioning)”.
Il GrIG ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale degli impianti industriali in progetto e ha informato, per opportuna conoscenza, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, le Soprintendenze speciale per il PNRR e per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari, i Comuni di Nulvi, Martis, Tergu, Laerru.













