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Amedeo Nazzari, il cagliaritano che diventò un mito del cinema

di Jacopo Norfo
24 Giugno 2017
in campidano, sardegna

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Amedeo Nazzari: un cagliaritano che è diventato un mito del cinema

A metà di via Sant’Alenixedda, tra il teatro Civico e villa Muscas, è stato ricavato uno spazio destinato a parcheggi a pagamento: quello slargo anonimo a cui è stato dato il nome di piazza è dedicato ad Amedeo Nazzari, il primo divo del cinema sonoro italiano e uno dei più grandi e famosi attori e del secolo scorso.
Amedeo Carlo Leone Buffa nasce a Cagliari il 10 dicembre del 1907 in una casa all’angolo tra via Caprera e viale Trieste, suo padre Salvatore, insieme ai fratelli, è proprietario di una industria molitoria e di alcuni pastifici.
Sua madre Argeneide è figlia di Amedeo Nazzari, presidente della Corte d’Appello di Cagliari: Il nipote da attore userà proprio quel nome che gli porterà fortuna.
Dopo la morte del marito e per la crisi dell’attività molitoria, nel 1913 Argeneide decide di trasferirsi a Roma con i tre figli Amedeo, Nenè e Nina per sfruttare il suo diploma di insegnante elementare e trovare un’occupazione. Amedeo a soli 6 anni quindi lascia la sua città natale e nella capitale studia fino alla maturità, poi nel 1925 si iscrive alla facoltà di ingegneria.
Ben presto scopre la passione per la recitazione e muove i primi passi in teatro diventando attore girovago.
Nel 1928, entra nella celebre compagnia di Gualtiero Tumiati che lo sceglie proprio per la originalità di quella cadenza campidanese e per quel suo raddoppiare le consonanti. 
Tra il 1928 e 1936 la carriera di Nazzari si svolge solo in teatro dove recita nei ruoli più disparati. Poi arriva la svolta: nel 1935 è notato sulla scena del teatro Argentina da Elsa Merlini che lo segnala al regista Guido Brignone ed esordisce accanto a lei nel cinema con il dramma “Ginevra degli Almieri”.
Quel giovane aitante è notato ora dalla critica e dal pubblico e da Anna Magnani che lo indica al marito, il regista Goffredo Alessandrini, che lo scrittura nel 1936 per il film “Cavalleria”: è il suo definitivo lancio nel mondo della celluloide.
Ancora un successo nel 1938 con il film “Luciano Serra Pilota” e poi “Assenza ingiustificata” a fianco di Alida Valli. Nel 1941 gira “La cena delle Beffe” con la regia di Alessandro Blasetti: Nazzari raggiunge in quel momento, oltre la notorietà, anche il benessere economico.
Dopo la guerra nel 1946 ancora Blasetti lo chiama per girare “Il giorno nella vita” poi con Alberto Lattuada e a fianco di Anna Magnani e Carla del Poggio “Il Bandito” che gli procura il primo nastro d’argento.
Amedeo Nazzari è conteso e apprezzato, si permette nel 1948 di ritornare dall’Argentina abbandonando il set perché non condivide il personaggio. 
Interpreta ancora “Catene” con Ivonne Sanson, “Il processo alla città” diretto da Zampa, “Proibito” con la regia di Mario Monicelli, “La figlia del Capitano” di Camerini e, nel 1957, Fellini lo vuole nel film “Le notti di Cabiria” a fianco di Giulietta Masina. 
Proprio in quell’anno, a 50 anni, sposa Irene Genna da cui avrà un’unica figlia Evelina.
L’attore cagliaritano, a conferma della sua popolarità, è spesso ospite in programmi televisivi come il Musichiere di Mario Riva e Studio Uno di Mina poi nel 1965 gira lo riduzione per la Tv di “La figlia del Capitano” interpretando Pugaciov il ribelle cosacco ed è successo pieno.
Il 20 ottobre del 1979 la giuria del David di Donatello gli conferisce un premio speciale alla carriera quando è già ricoverato in ospedale a Roma dove si spegne il 5 novembre

Tags: amedeo nazzariCagliari
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