Grillini riciclati a Capoterra, secondo capitolo. Si è spesso dibattuto su quelle che potrebbero essere le derive di destra di Beppe Grillo e del suo Movimento a 5 Stelle, qualcuno ha parlato a volte di “dichiarazioni di estrema destra”. Bene, sapete chi è il portavoce del gruppo “Capoterra a 5 Stelle”? Lello Corti, candidato alle elezioni comunali nientemeno che con Alleanza nazionale, quando il partito di Fini era ancora in auge. Non finisce qui: lo stesso Lello Corti è stato uno degli attivisti della campagna elettorale di Demos Capoterra e Maria Lucia Baire, ancora di centrodestra. Non contento e forse anche un po’ confuso sulle sue idee politiche, Lello Corti è stato anche tra i componenti del comitato che ha dato vita al Polo Civico nel 2010, a ridosso della campagna elettorale di Massimo Fantola a Cagliari. Insomma prima di An, poi fantoliano, poi ancora col centrodestra, e adesso si propone come portavoce grillino. In un Movimento che dovrebbe invece presentare volti nuovi in politica, e non personaggi già trombati alle elezioni del passato: sapete infatti quanti voti prese Lello Corti con An alle elezioni comunali? Cinque voti, cinque, quanti le dita di una mano. La stessa mano che ora agita con convinzione con la bandiera grillina: un vero e proprio uragano politico che certamente potrà spazzare via non solo l’attuale amministrazione politica, ma anche l’attuale opposizione di centrodestra. Tra l’altro Corti è pure un po’ sfortunato: si presenta o sostiene le coalizioni che poi perdono le elezioni.
Insomma la sgangherata compagine di aspiranti grillini capoterresi continua ad essere piena di riciclati politici. Come Ignazio Gregorini e Luca Salvetti, già in lizza con altri partiti alle scorse tornate elettorali. Gregorini, addirittura, già dagli anni 80 tentò la corsa alla politica capoterrese, peraltro senza grandi risultati. Ora il problema è: le parlamentari Corda e Serra hanno fatto un comunicato nel quale si dissociano dai “riciclati politici di Capoterra”, ricordando che nessuno può definirsi del Movimento a 5 Stelle se non possiede il simbolo, che secondo la deputata e la senatrice non verrà dato ai nervosissimi sognatori grillini capoterresi, sempre più urlanti e agitati sui social network.
Proprio ieri infatti la geologa Marina Pomodoro, già celebre per la sua corrispondenza con l’Untore Blog, nel quale ha pubblicato una lettera integrale (blog gestito secondo le accuse della Procura da Sergio Abis, che ha accoltellato di recente due persone, e per il quale è indagato anche il giornalista Mauro Lissia) e per la figuraccia della mozione sulla diretta streaming dello scorso agosto, ha vomitato insulti contro la stampa libera su alcuni gruppi, sfidando anche la Corda e la Serra, affermando che “nessuno sarà in grado di fermarci”. C’è un altro problema, però. Quali sono le regole del Movimento? Nel blog di Beppe Grillo, tra i quesiti per le prossime elezioni amministrative, ce n’è uno in particolare che riguarda Roma: “ Ogni candidato non dovrá aver partecipato ad elezioni precedenti in liste diverse dal MoVimento 5 Stelle”. E invece Lello Corti, che si propone come portavoce, si candidò con la destra. Se la regola non dovesse valere per Capoterra, si pone comunque un problema etico: il Movimento 5 Stelle non doveva portare elementi di novità assoluta, politici senza un passato ingombrante nella vecchia politica? A Capoterra sembra che i meetup siano pieni di persone che, fuoriuscite da altri partiti ma soprattutto già sonoramente bocciati dagli elettori, ci ritentano esponendo con orgoglio la bandiera grillina. Un gruppo di stelle spuntate, più cadenti che luccicanti. Non va molto meglio a Cagliari, dove va in scena di nuovo la faida con il caso Martinez e con le accuse sulla “lista dei 63”. Ma i tantissimi elettori del Movimento 5 Stelle ora si chiedono: perchè ci state prendendo in giro, la politica del nuovo deve essere condotta da ex esponenti di An o di Sel? Un riciclato vale uno?












