A votare per le regionali i sardi potrebbero andare già in autunno, fra settembre e ottobre. Con Christian Solinas ricandidato alla presidenza, liste comuni di Lega e Partito sardo d’azione e un centrosinistra all’anno zero, totalmente disorganizzato senza coalizione e senza candidato che sarebbe colto in contropiede. Lo scenario è emerso nei palazzi della politica, e prende sempre più consistenza. Solinas non avrebbe nulla da perdere, anzi: dopo il gelo con Salvini esploso per le candidature alle politiche, i rapporti fra i due sono tornati buoni, tanto che Solinas non manca un appuntamento della Lega anche a costo di sacrificarne di regionali. E su Salvini fa leva per convincere la premier Meloni a riconfermarlo candidato alle prossime regionali, anche se i vertici sardi di Fratelli d’Italia hanno fatto capire in ogni modo di non averne nessuna intenzione. Se l’operazione riuscisse, a farne le spese sarebbe intanto il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, meloniano della prima ora e dato in pole position come candidato presidente dopo la delusione del mancato ministero, in guerra eterna con Solinas, e soprattutto il centrosinistra.
Eletto il nuovo segretario del Pd, passaggio fondamentale non solo per il partito, tutto il resto è da fare. Non si sa quali saranno gli alleati né chi dovrà indicare il presidente: e se finora si dava per scontato che, in caso di alleanza, il candidato spettasse ai 5 stelle visti i risultati delle politiche, ora non è più così, perché il Pd di Schlein sta volando nei consensi a danno proprio dei pentastellati, a cui l’abolizione del reddito di cittadinanza e del superbonus hanno dato una batosta difficile da superare. Considerando i numeri, che vedono nettamente in vantaggio il centrodestra che ha decisamente più partiti in coalizione, l’unico modo di farcela per il centrosinistra è non sbagliare candidato, trovarne uno che riaccenda le speranze dei sardi per una Sardegna che negli ultimi quattro anni è precipitata indietro di decenni.
La stessa operazione che vorrebbe fare Solinas la fece l’allora presidente Renato Soru, quando si dimise per ripresentarsi al voto nel febbraio 2009 ma fu sconfitto da Cappellacci.











