Allarme sanità in Sardegna: il 15% dei malati rinuncia alle cure, è la percentuale più alta in Italia

La Sardegna nel 2020 è stata la regione italiana con il tasso maggiore di utenti che, pur avendone bisogno, hanno rinunciato a una prestazione. Questo dato è pari al 14,8%, contro una media nazionale del 9,6%. Lo confermano i dati del Crenos. Il Rettore Mola: “E c’è anche la migrazione sanitaria verso le regioni del Nord”


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Nel 2020 sono aumentate le rinunce alle prestazioni sanitarie. Circa il 15 % dei sardi che ha bisogno di una prestazione sanitaria ha rinunciato alle cure. E’ la percentuale più alta in Italia. Lo attesta l’ultimo rapporto del Crenos, presentato oggi.

Tra il 2019 e il 2020 la spesa sanitaria in Sardegna è cresciuta, passando dai 3,33 miliardi del 2019 ai 3,48 miliardi del 2020: essa incide per il 10,2% del PIL contro una media del 7,5% a livello nazionale.  La spesa sanitaria per abitante è pari 2.175 euro, in crescita del 6,5% rispetto al 2019, e risulta maggiore rispetto a quella osservata nel Centro-Nord (2.128) e nel Mezzogiorno (1.978). Dal punto di vista della gestione del servizio il sistema sanitario regionale sardo risulta complessivamente efficace raggiungendo un punteggio sufficiente in tutte le aree di assistenza previste dal Nuovo Sistema di Garanzia per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza.

Tuttavia, i dati sulle rinunce alle prestazioni sanitarie evidenziano come la Sardegna nel 2020 sia la regione con il tasso maggiore di utenti che, pur avendone bisogno, hanno rinunciato a una prestazione sanitaria. Questo dato è pari al 14,8%, contro una media nazionale del 9,6%.

I dati sui servizi socio-educativi per la prima infanzia evidenziano un andamento complessivamente negativo che non mostra segni di miglioramento. Tra il 2015 e il 2019 la quota di comuni che presentano questo tipo di servizi nell’Isola si è ridotta dal 37,7% al 25,2%. La Sardegna è la penultima regione per copertura comunale del servizio dopo la Calabria. In leggera crescita il dato riguardante la fruizione del servizio: il 13,7% degli utenti potenziali utilizza questo servizio nel 2019, contro una media nazionale del 14,7%. Inoltre, si riduce la spesa dei comuni sardi a fronte di un incremento della quota di partecipazione delle famiglie.

“Quello di quest’anno – ha detto Francesco Mola, Rettore dell’ateneo del capoluogo sardo – è un rapporto che racconta la transizione. Spopolamento e denatalità sono problemi molto gravi indicati nell’analisi del CRENoS. Ma il problema più serio è quello posto sul capitale umano. Nei periodi di crisi aumenta il divario di genere, specie il gap di salario. La lezione della pandemia ha mostrato quanto è importante avere un sistema pubblico forte, soprattutto sulla sanità. Non c’è soltanto la rinuncia alle cure, ma anche la migrazione sanitaria verso le regioni del Nord. Le sfide sono tante: anche il capitale umano che noi formiamo rischia di andarsene”.


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