Il lavoro che non c’è, in Sardegna, rappresenta un dramma per oltre ottantamila sardi. Tra loro c’è anche Alberto Baldussi, 37enne di Samatzai. Diploma di geometra in tasca e abilitazione per l’esercizio da libero professionista “ma l’edilizia sta andando a rotoli da anni. Ho perso il lavoro ad aprile 2012, avevo un contratto a tempo indeterminato per fare il magazziniere farmaceutico. Ho dovuto dire addio a uno stipendio di 900 euro, oggi capisco che era oro. Quando arrivi a toccare il fondo”, confessa Baldussi, “capisci i veri valori”. Alla Fiera di Cagliari, per l’International job meeting, lo attendono “cinque colloqui. Uno come geometra, tre come magazziniere e uno come impiegato amministrativo”. Le dita sono già tutte incrociate: “Sono fidanzato, spero di potermi realizzare nella vita e farmi una famiglia”. Difficile, senza un’occupazione: “Certo, è impossibile realizzare qualunque cosa, è impossibile pure avere figli. Ringrazio i miei genitori che mi aiutano, però lo so che non è molto corretto, vorrei essere indipendente”. E, se in Sardegna non dovesse riuscire a trovare in tempi rapidi un’occupazione, il trentasettenne mette in conto di partire.
“Nel nord Italia, ma anche lì servono appoggi sennò vai allo sbaraglio. Sarei disposto a fare quello che capita, a prendere ciò che viene”. E il titolo da geometra? “Lo sfrutterei in un secondo momento, farei prevalere l’umiltà. Mando tantissimi curriculum vitae ogni giorno, è una battaglia quotidiana. Quando rispondono, è sempre no”.








