La rabbia di duemila agricoltori sfila per le vie di Cagliari, da piazzale Trento sino a piazza del Carmine. Strozzati tra bollette alle stelle e costi sempre più alti per le materie prime, il mondo delle campagne sarde è ko, o quasi. Così, organizzato dalla Coldiretti, il corteo è arrivato sino al palazzo dell’ufficio territoriale del Governo. Ecco le richieste: “Produciamo mangime ed energia in Sardegna. Sì ad un intervento straordinario per salvare le aziende agricole Ri-coltivare la Sardegna, recuperando 100mila ettari per produrre il 40% del fabbisogno di mangime e per l’immediato un intervento straordinario salva agricoltura”, spiega il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu. “Il caro prezzi è frutto di dinamiche internazionali che non possiamo sottovalutare ma meritano di essere analizzate. Per questo abbiamo studiato e presentato alla Regione un grande piano che potrebbe contribuire al rilancio della nostra Isola attraverso l’agricoltura”. La proposta fatta a Christian Solinas, che è salito sul furgone principale degli agricoltori al loro arrivo in piazza del Carmine: “Con i fondi del Pnrr compriamo pannelli fotovoltaici, per costruire una Isola indipendente dal punto di vista economico, energetico e delle materie prime e con una pubblica amministrazione a burocrazia zero che le consenta di rilanciarsi concretamente. “Da circa 20 anni la Cina ha messo in atto un programma di acquisizione dei terreni per coltivare i propri prodotti, cosi come hanno fatto altri Stati. Oggi con l’aumento della popolazione cinese porta a far diminuire le disponibilità alimentari per il resto del mondo con un aumento conseguente dei prezzi”, aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba. “Se oggi non interveniamo concretamente per il futuro saremo destinati ad una sudditanza alimentare e di approvvigionamento delle materie prime”. Nasce da questi presupposti ri-coltiviamo la Sardegna, proposta da Coldiretti Sardegna in collaborazione con l’Anbi Sardegna, l’associazione che rappresenta i Consorzi di Bonifica. Un progetto di sovranità delle materie prime. Oggi in Sardegna si utilizzano poco più del 30 per cento degli ettari infrastrutturati con gli impianti irrigui (oltre 63mila su 195mila). Con la misura, si incentiverebbe la coltivazione di 100mila ettari di terra per produrre circa il 40% del fabbisogno interno di mangime da parte dei nostri allevatori, 2,5 milioni di quintali. Come? “Con contratti di filiera tra agricoltori e allevatori attraverso le cooperative garantendo un prezzo equo e sostenibile al produttore e al consumatore, con un incentivo di 200 euro ad ettaro per un impegno totale di 20milioni di euro” dice Cualbu. Un intervento che incide concretamente sul caro prezzi, garantendo un alimento sano e sicuro agli animali e sottraendole all’abbandono migliaia di ettari di terra. Il Pnrr, a livello nazionale, prevede 1,2 miliardi per i contratti di filiera. Non solo: Coldiretti Sardegna propone un patto tra la grande distribuzione sarda e i produttori coordinata e guidata dalla Regione per valorizzare i prodotto 100% sardi attuando politiche di promozione e premialità per la creazione di una vera filiera sarda. Per la sovranità energetica l’organizzazione “ritiene si possa trasformare la Sardegna nella prima regione completamente green senza il consumo di suolo agricolo ma con il recupero dei territori compromessi sfruttando aria e sole, ma anche l’acqua grazie ai consorzi di bonifica. Un’autentica Regione verde attrattiva turisticamente con l’immenso patrimonio agroalimentare realmente sostenibile oltre che certificato rispettoso del benessere animale”.
E Christian Solinas promette di stare accanto al mondo agricolo sardo: “C’è chi ancora eroicamente tiene le aziende e fa campare le famiglie. La piattaforma proposta da Coldiretti è interessante, solleciterò il Consiglio regionale per l’adozione di una norma per un primo stanziamento mirato. Non è una partita che possiamo giocare da soli, abbiamo bisogno dello Stato e dell’Europa, gli aiuti di Stato non aiutano. Un accordo di filiera per tornare a produrre le materie prime a casa nostra con un contributo per ettaro che permetta di lavorare ciò che serve”, dice Solinas. “Istituirò subito un’unità di progetto per dare un’accelerazione a tutte le pratiche in arretrato, e un tavolo con Coldiretti e con chi vorrà starci per portare trasparenza. Avevamo 50mila pratiche arretrate, ne abbiamo smaltite tante e siamo riusciti a far arrivare risorse nelle campagne. Non è ancora sufficiente, azzereremo la burocrazia e daremo certezze, ma solo lavorando tutti insieme. Solo così potremo dare certezze a tutti gli allevatori di incassare il dovuto nei tempi giusti. Sull’acqua, da quando ci siamo insediati, abbiamo erogato 173 milioni ai Consorzi di bonifica di aiuti e contributi straordinari. Abbattere i costi, nella partita con Enas, è annosa ma ci metteremo mano: occorrono 9 milioni, li metteremo entro pochissimi giorni nell’Omnibus per garantire l’irrigazione. È un palliativo, dobbiamo rivedere l’assetto tra il sistema di dighe e distribuzione, se vogliamo tariffe abbordabili dobbiamo tornare a governare il sistema irriguo”. Tensione per la protesta di un allevatore di maiali di Talana, Stefano Arzu: “Mi hanno promesso mari e monti e sono ancora così, mi hanno dato del bugiardo e del falso”, attaccando l’assessora regionale all’Agricoltura Gabriella Murgia, presente accanto a Solinas: “Dovete aiutarci quando siamo vivi”. L’uomo aveva consegnato al sindaco di Talana i suoi settecento maiali perchè non riusciva più a sfamarli. Solinas: “Su questo tema ha assolutamente ragione chi soffre per le aziende in queste condizioni. Abbiamo stanziato già un milione, con l’Omnibus copriremo totalmente il settore, senza arrivare all’emergenza o dover mettere le pezze”. È intervenuto anche il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana: “Siamo dentro le comunità, nel loro sangue vivo. La presenza di tanti sindaci è significativa anche alla lotta contro la desertificazione umana e civile delle nostre comunità. Approveremo l’ordine del giorno di Coldiretti per creare gli strumenti di sviluppo della nostra terra”.










