di Jacopo Norfo
Addio, vecchio glorioso stadio Sant’Elia. Nonostante tutto, ci mancherai. Con le tue inferriate sempre uguali, le gradinate oggi degradate, quelle che un tempo ospitavano 60mila persone e riempivano l’impianto sino a farlo djventare pieno come un uovo. I tempi delle cavalcate di Ranieri e Mazzone, delle famiglie che allo stadio portavano il maialetto e il Cannonau. I tempi in cui esplose la moda del tifo a Cagliari, dagli Uccn sino agli Sconvolts, agli Eagles, ai Furiosi.
Seguire il Cagliari ovunque, in casa e in trasferta, diventò una bellissima moda. Non c’era Sky, non davano le partite in tv. L’unica alternativa alle partite allo stadio era soffrire con le radiocronache del mitico Bruno Corda. Uno stadio che ci ha regalato grandissime emozioni, dai Mondiali del 1990 alle Partite del Cuore. Grandi vittorie e pesanti sconfitte, e i veri tifosi rossoblù non volevano e non potevano mancare mai, anche sotto la celebre neve di Cagliari-Torino del 1993. O durante il nubifragio pazzesco che investì migliaia di tifosi durante Cagliari-Trabzonspor, in coppa Uefa.
Poi i derby con la Torres, una delle pagine meno radiose nella storia del Cagliari, ma una grande rivalità che esplose e si respirava a ogni angolo di quello stadio mai troppo adeguato, con quella pista di atletica che da subitò allontanò troppo il pubblico dagli spalti. Veniva utilizzata solo per i famosi “meeting” di atletica, davvero troppo poco. Il vecchio Samt’Elia ci salutra e presto sarà demolito, la sua polvere sull’altare dello stadio del futuro. Ma è stato anche lo stadio dei tanti, troppi errori.