Ci ha lasciato una delle figure più autorevoli di studioso del mondo classico in campo nazionale e internazionale, Antonio La Penna. Docente di letteratura latina negli atenei di Pisa e Firenze, ha poi insegnato filologia latina alla Scuola Normale di Pisa.
Incommensurabile la sua produzione con oltre seicento pubblicazioni sulla cultura letteraria latina, attraverso monografie su autori latini che hanno segnato la storia della critica e della filologia, come Orazio, Sallustio, Properzio, Virgilio e Ovidio.
Nato in un piccolo paese dell’Irpinia nel 1925, era diventato un’icona dell’identità dei piccoli centri collegati col mondo, eredità poi raccolta dal suo compaesano, il poeta Franco Arminio.
Il rigore morale che lo caratterizzava, con una autentica passione per la cultura e lo studio, ne fanno una figura di intellettuale indimenticabile per tutti gli studenti universitari del mondo classico
Dopo gli studi ginnasiali a Sant’Angelo dei Lombardi e quelli liceali al “Colletta” di Avellino, si era formato alla Scuola Normale di Pisa, seguendo la scuola di Cesare Giarratano e, soprattutto, di Giorgio Pasquali. Ottenne poi la cattedra di letteratura latina nelle Università di Pisa e Firenze e insegnò filologia latina alla Normale di Pisa.
La sua predilezione per la storia e l’adesione al marxismo lo spinsero molto presto ad approfondire i rapporti fra letterato e società, con una particolare attenzione critica per la storia politica, innestando le sue approfondite ricerche con l’eredità lasciata da F. De Sanctis, per poi rivolgersi anche alla favola greca e latina, che legò come forma espressiva al materialismo degli umili.
Ma centrale per i suoi studi è sempre stato il culto del mondo classico, con contributi essenziali anche su Tacito, pur se non mancò l’interesse e lo studio della letteratura italiana dalle origini al Novecento ed anche di quella europea: Dante, Petrarca, Ariosto, Guicciardini, Leopardi, Carducci, Gide, Valéry, Camus, Gadda.
Generazioni di studenti lo hanno conosciuto anche personalmente, dato che non disdegnava le incursioni nelle scuole e il contatto diretto con la didattica scolastica, frequentando seminari, tra cui anche a Cagliari al Liceo Siotto.
Oggi Michele Feo, altro illustre studioso del mondo classico, gli dedica su Facebook un commovente post, significativo già nel titolo: IL CUORE SI E’ CHIUSO, che è bello leggere per capire quanto la cultura unisca gli animi anche in un mondo affollato e moderno come quello contemporaneo. Scrive Feo: “Lo ritroveremo ogni volta che rileggeremo le sue dense pagine sull’amore, le sue battaglie politiche, il suo dialogo umanamente aperto ma intellettualmente staccato coi protagonisti delle nuove metodologie…l’arte di trasformare episodi sgradevoli e spiacevoli, messi insieme paritariamente per trarre da essi quanto di buono e nutriente vive sul focolare e darlo come viatico alle nuove generazioni”.










