“Il consiglio comunale, quale organo deliberante, vorrebbe meglio capire cos’è accaduto circa l’inquinamento dell’acqua potabile: reale pericolo o esagerazione?”.
Ha esordito con queste domande Fabrizio Marcello, presidente della commissione ai servizi tecnologici del Comune di Cagliari che questa mattina ha presieduto, a Palazzo Bacaredda, una riunione con i vertici di Abbanoa.
Obiettivo dell’incontro fortemente voluto dal Presidente Marcello, era capire cos’è accaduto negli impianti di potabilizzazione dell’acqua che in questi giorni sono stati al centro di un vero ciclone mediatico.
Presenti all’incontro il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda, “l’allarme sull’inquinamento dell’acqua è parso esagerato, come una tempesta in un bicchier d’acqua perché era dovuta la nostra comunicazione sui parametri, diversi dalla norma, contenuti nell’acqua potabile”.
“Tuttavia, tramite questo allarme – ha proseguito l’Amministratore delegato Marconi – abbiamo avvertito in queste settimane la necessità di prevenire per il futuro simili allarmismi che reputiamo ingiustificati, e abbiamo anche rilevato con sorpresa che la stampa ha attivato una campagna mediatica allarmistica. Che reputo esagerata”.
Si tratta di un problema strutturale all’impianto che potabilizza l’85 per cento dell’acqua raccolta in invasi, rispetto al 25 per cento di altre regioni”. La qualità dell’acqua che arriva ai potabilizzatori di Cagliari è dunque elevata.
Prima di immettere in rete l’acqua potabilizzata, utilizziamo procedute per mantenere i parametri della stessa, inalterati.
“Quando nei giorni scorsi abbiamo rilevato gli indici di cloriti maggiori della norma, abbiamo informato la ASL e i Comuni, ma la notizia è stata strumentalizzata sui social network, giungendo così alla stampa”, ha affermato Sandro Murtas, Direttore Generale di Abbanoa “abbiamo anche chiarito che non c’era alcun rischio per la salute”.
Per Murtas “esiste un problema di fondo: abbiano scritto alla Procura per indagare sugli aspetti della psicosi scatenata dalla campagna di stampa”.
Ciò rimanda al volere evitare, per il futuro, il ripersi di situazioni analoghe, pubblicando ad esempio il monitoraggio e il controllo dei parametri sul nostro sito web. E noi non vorremo prestare il fianco a vicende analoghe di allarmismo”.
Giuliano Frau presidente ADOC, Associazione Consumatori Sardegna, ha ribadito: “Abbanoa esce sempre come il Don Rodrigo che incentra in sé tutte le colpe, ma stavolta Abbanoa non ha colpe, per via di una notizia che è stata gestita in modo esagerato, con toni allarmistici”.
Davide Carta, capogruppo del PD al Comune di Cagliari ha ribadito: “l’acqua è un bene pubblico e la società pubblica che lo gestisce dovrebbe farlo nel migliore di modi. In tal senso sarebbe importante capire se Abbanoa, nell’ambito del recente allarme, abbia gestito bene la situazione e se sia in grado di far fronte, in futuro, anche dal punto di vista tecnico, alle eventuali alterazioni dei parametri dell’acqua grezza da potabilizzare”.
“La fornitura dell’acqua pubblica va garantita nel migliore dei modi – ha detto Massimo Zedda – e quando noi, al Comune, abbiamo ricevuto la comunicazione di Abbanoa sui parametri dell’acqua, abbiamo anche riscontrato l’allerta e l’isteria collettiva, fino a quando abbiamo ricevuto, a tarda sera, la comunicazione dell’ASL, che raccomandava di non utilizzare l’acqua per scopi alimentari. Ecco, credo che sarebbe necessaria, alla luce di questi eventi e comunicazioni, una maggiore attenzione e precisione”.
“Nei prossimi giorni, a questa riunione, farà seguito un incontro con la Asl e la Regione Sardegna, tenendo comunque fermo il principio che l’acqua è un bene pubblico e non va privatizzata anzi, che deve esserne garantito in assoluto il pieno godimento e la potabilità” ha concluso Fabrizio Marcello, aggiornando la seduta.