Una telefonata che è diventata, secondo la diretta interessata, strumentalizzazione. La pesante era arrivata attraverso un comunicato stampa ufficiale dal consigliere regionale di Forza Italia Piero Maieli, che ha poi diffuso la notizia via social. Maieli aveva accusato Desirè Manca di aver interferito con il normale e regolare scorrimento delle liste d’attesa per una giovanissima disabile.
Poco fa è arrivata la risposta, chiarissima e puntuale, dalla stessa Manca che – attraverso un video social- smentisce e spiega la delicata situazione si è ritrovata ad affrontare.
“E va bene che sono fastidiosa ma non pensavo fino a questo punto”, esordisce sarcastica l’assessora. “È il caso di un collega consigliere regionale che fino ad un anno mezzo fa sedeva nei banchi della maggioranza e quindi sosteneva Solinas, principale artefice della distruzione della sanità sarda degli ultimi 5 anni.
E allora succede che una signora che mi aveva scritto un po’ di tempo fa raccontandomi una storia molto delicata di sua figlia disabile chiedendomi aiuto.
Questo messaggio mi è stato riproposto ieri e allora cosa ho fatto? Ho ascoltato questa signora e l’ho semplicemente messa in contatto con il direttore sanitario di Sassari il quale ha fatto una cosa che magari il consigliere Maieli non ha mai fatto nella sua vita: l’ha semplicemente ascoltata senza promettere che avrebbe seguito una corsia preferenziale rispetto agli altri ma le ha detto e promesso che avrebbe seguito il caso”, precisa Manca.
“Cup Manca? Desirèe che si occupa della sanità ? E allora si sono fastidiosa. Fin quando Dio mi darà la voce per parlare e le orecchie per ascoltare, io ascolterò sempre tutti, soprattutto le persone che hanno maggior bisogno di me”, dice con tono accorato l’assessora.
“Aiuto tutti, a prescindere da cui votino”, aggiunge. “Ho sempre l’obiettivo di cercare di essere d’aiuto a tante persone che hanno necessità”. “E questo non significa scavalcare nessun iter sanitario”.
Non è tardata la risposta di Maieli: “Accolgo la replica della collega con la dovuta serenità. Essere definito un “comico dilettante” da chi, per formazione politica e stile comunicativo, sembra invece praticare l’arte in versione professionale, lo considero quasi un complimento.
Anzi, un piacevole giudizio di merito, non mi umilia, mi gratifica, perché se la capacità di sdrammatizzare un problema serve a far emergere una criticità, allora ben venga il ruolo del dilettante. L’importante è che qualcun altro, nel frattempo, si dedichi a dare risposte concrete.
Mi sorprende però che la collega dimentichi un dettaglio non irrilevante: è stata proprio lei, in passato, a riconoscere pubblicamente il mio lavoro, definendomi l’unico, nella precedente maggioranza, ad occuparsi di questioni reali e tangibili, sia in Commissione che in Aula ed i numeri parlano da soli. Le proposte di legge approvate come primo firmatario rappresentano un piccolo record nazionale.
Non lo dico per vanità, ma perché le memorie istituzionali meritano coerenza.
Ricordo inoltre, con tono pacato, non polemico, che la collega è stata per cinque anni paladina della sanità e denunciando ogni irregolarità della precedente gestione.
Ora, da due anni al governo, l’unica iniziativa concreta che abbiamo visto è l’apertura di uno sportello parallelo al CUP, con scenette in stile “telefono amico” per ottenere risposte che dovrebbero venire dall’organizzazione pubblica, non da video autoprodotti.
Io non sono tiktoker né influencer: preferisco che i cittadini ascoltino il contenuto, non le pose, gli abiti o le luci di scena.Le istituzioni non hanno bisogno di filtri, ma di serietà.”











