“Abbanoa ammette tutto, altro che discontinuità: due pesi e due misure, trattamenti arbitrari e risposte che confermano la mancia”. “Dopo giorni di polemiche, Abbanoa ha finalmente rotto il silenzio. E nella sua replica, conferma punto per punto ciò che ho denunciato: una proposta economica inadeguata, disparità evidenti tra lavoratori, assenza di criteri oggettivi, e il rischio concreto di firmare accordi che azzerano diritti maturati in anni di servizio.”.
Così Alessandro Sorgia, capogruppo in Consiglio Regionale del Gruppo Misto, commenta il recente comunicato dell’azienda. A ciò si aggiungono le precisazioni delle organizzazioni sindacali, che hanno espresso forti perplessità sia nel merito che nel metodo della proposta.
“Il CdA di Abbanoa si è insediato con promesse di trasparenza e discontinuità – prosegue Sorgia – ma continua a operare secondo logiche opache e squilibrate. A fronte di lavoratori che in passato hanno ricevuto fino a 17.500 euro più una tantum, oggi si offre una cifra irrisoria di 1.000 euro, uguale per tutti, senza tener conto di anni di mansioni superiori, del settore di appartenenza o del curriculum individuale.”
Il consigliere sottolinea come persino le sigle sindacali maggiormente rappresentative (CGIL, CISL, UIL) abbiano formalmente contestato la proposta, denunciando la discrezionalità nella selezione dei lavoratori beneficiari e il mancato rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro:
“È gravissimo che si continui a gestire il riconoscimento delle progressioni economiche sulla base della ‘benevolenza’ dei vertici e non del principio per cui a mansione svolta deve corrispondere l’inquadramento previsto dal contratto.”
Particolarmente critico il passaggio in cui Abbanoa ammette che chi non firma l’accordo “tombale” in sede protetta non riceverà l’inquadramento, smentendo così le promesse di equità e volontarietà:
“Altro che conciliazione volontaria: siamo al ricatto occupazionale. E se oggi, dopo la nostra denuncia, qualcosa sembra muoversi, lo si deve alle polemiche pubbliche. Le stesse che qualcuno ha cercato di sminuire, ma che hanno costretto l’azienda a riaprire il confronto.”
Infine, l’On. Sorgia rilancia la richiesta contenuta nella sua interrogazione:
“La Regione non può restare a guardare. Se davvero la Presidente Todde vuole marcare una discontinuità rispetto al passato, promuova subito un tavolo istituzionale con azienda e sindacati. È il momento di fare chiarezza, garantire equità e rispetto dei contratti, non di distribuire elemosine. Ai lavoratori non si fa beneficenza: si riconosce il giusto.”