A Villasor torna il Festival teatrale Teatrinversus

Dal 14 al 20 dicembre


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“Teatrinversus 2012: ultimo atto? Potrebbe accadere. Non è da escludere che la crisi economica, insieme con quella delle coscienze, decreti la fine di tante realtà come la nostra, con forti legami con il territorio e una funzione sociale di stimolo culturale importantissima per le comunità più marginali. Altri posti di lavoro verranno a mancare e altre persone andranno a infoltire le fila già grosse dei disoccupati”. (Fueddu e Gestu)

Questo l’incipit dell’edizione 2012 del festival organizzato a Villasor dalla storica compagnia Fueddu e Gestu. Una situazione che a distanza di un anno si è drammaticamente appesantita, come testimonia Giampietro Orrù, regista della compagnia: “Le energie culturali e artistiche non mancano, mentre sono assenti quelle economiche. Le Istituzioni si sono dissolte proprio nel momento in cui si sarebbero dovute preoccupare di realtà professionali. Certo, il panorama generale non è confortante da qualsiasi punto di vista. Reagire, nel nostro caso resistere, seppure con i nostri scarsi mezzi, è quello che ci resta da fare. Il linguaggio del teatro è un complesso insieme di “segni” dove, anche nelle sue manifestazioni più minimali: immagine, suono e parola possono convivere, ed è l’espressione che con maggiore evidenza, in tutte le culture, “racconta” la storia dell’uomo. Questa evidenza, insieme alla crisi di valori, l’inaffidabilità dei politici e l’emergenza educativa sono le questioni che, quest’anno ci hanno portato a dedicare maggiore spazio a manifestazioni di teatro e musica per i ragazzi e la scuola.

Tutti, ma in particolare i più giovani, stanno perdendo i contatti con quelle forme artistiche che raggiungono la loro massima espressione “dal vivo”.

Ma veniamo al programma. Otto gli appuntamenti in calendario che vedranno alternarsi, sul palco di via Brigata Sassari, tanto matinée dedicati al pubblico dei più piccoli, quanto spettacoli pomeridiani e serali. Si inizia sabato 14 (ore 10.30) con una fiaba scritta a quattro mani dalla grande Maria Lai e Giuseppina Cuccu, Cammina…cammina…Lucertolina, drammaturgia, scene e regia di Giampietro Orrù per una produzione di Fueddu e Gestu. Sul palco Maura Grussu e Nanni Melis e i musicisti Ottavio Farci e Veronica Maccioni. Quando le lucertole si crogiolano al sole, le lumache dormono al riparo di alberi e cespugli o sotto terra. Lucertole e lumache non si incontreranno mai? Lucertolina si crogiola al sole, gioca e danza, ma all’improvviso il tempo muta d’umore, il cielo si oscura e la pioggia battente la costringe a cercare riparo. Intanto una lenta lumaca ride sorniona lasciando una scia brillante lungo la strada, lei è al riparo nella sua casa ambulante. Una tana fra i sassi offre riparo alla lucertolina, che però ha paura…

Nella metafora sulla vita e l’arte contenuta in “Cammina… Cammina… Lucertolina”, vi è una proposta e una possibilità di incontro tra mondi diversi attraverso il linguaggio dell’arte e della poesia. Fueddu e Gestu trasporta la storia di Lucertolina sulla scena ed è gioco, magia di parole, gestualità e musica dal vivo.

Si prosegue domenica 15 alle ore 18.30 con il teatro musicale dei Laborintus in Tangomarea. Un’attrice, Maria Antonietta Azzu, legge brani tratti da romanzi o novelle in cui protagonista é il mare. Quattro musicisti suonano. A volte sono un tappeto sonoro e a volte cercano di essere emanazione espressiva del testo. Le musiche sono cucite sulle parole e i testi sono adattati alla musica in modo da formare una partitura unitaria. Da Omero ad Atzeni, da Hemingway a Baricco, i testi sono immersi in una atmosfera ondeggiante e sensuale, grazie a “20 years ago” di Astor Piazzolla e a “Max” di Paolo Conte, oltre alle musiche dei componenti del gruppo. Con Maria Antonietta Azzu, sl palco i musicisti Gian Piero Carta (sax tenore & clarinetto), Angelo Vargiu (clarinetto), Graziano Solinas (fisarmonica) e Lorenzo Sabattini (contrabbasso).

Da non perdere, per tutti i bambini e gli adulti l’appuntamento con Doni, lo spettacolo di Is Mascareddas, scritto da Elisabetta e Donatella Pau in programma lunedì 16 dicembre alle 10.30. Che cos’è un dono? Secondo Marcel Mauss, antropologo e storico del secolo scorso, è un modo universale per creare relazioni umane, un veicolo di fiducia tra chi fa e chi riceve.

Il dono, questo è certo, non ha una linea dritta ma circolare perché tutto torna, come nelle storie.

Un racconto di Grazia Deledda, una favola dei fratelli Grimm, una fiaba di ambientazione araba e due leggende della tradizione popolare raccontano il gesto del dono e la magia che lo accompagna. In un piccolo spazio scenico, un tavolo e un carillon ospitano e scandiscono le cinque storie narrate da Donatella Pau che anima pupazzi e oggetti: una vecchia signora riceve una visita inaspettata, un ragazzino scopre il dono della vita proprio nella sera di Natale. In scena Donatella Pau con gli oggetti scenici realizzati da Tonino Murru e Stefano Dallari.

Primo appuntamento in serale, martedì 17 (inizio ore 21) con la compagnia Il Crogiuolo in All’ombra dell’ultimo sole. Una giovane compagnia teatrale riesce a trovare una scrittura: il committente desidera vengano messe in scena alcune novelle del Decamerone di Boccaccio.

Ma ci vorrebbe un’idea originale che purtroppo non si trova. “In fondo in teatro non s’inventa più niente: si cita!” Si giustifica  il povero regista di fronte alle perplessità  dei suoi compagni di lavoro. Dunque propone alla compagnia una gara: seguendo la stessa logica dei dieci giovani che nel Decamerone  per sfuggire alla peste si rifugiano in una villa fuori città e per passare il tempo si raccontano delle storie, ogni attore dovrà raccontare una novella alla maniera di un grande autore contemporaneo, andando liberamente a pescare dal  cinema,  dalla letteratura, dal teatro o dalla musica. Scritto da Rita Atzeri e liberamente ispirato al Decamerone di Boccaccio, lo spettacolo è interpretato da Daniela Collu, Pier Paolo Frigau, Alessandra Leo, Tiziana Martucci, Alessia Marroccu, Alessandro Muroni. Canzoni di Alessandro Muroni. Produzione Il Crogiuolo – Teatro del Sottosuolo.

Ancora scritto da Rita Atzeri e prodotto da Crogiuolo e Teatro del Sottosuolo, ma dedicato ai più piccoli è lo spettacolo che andrà in scena mercoledì 18 alle ore 10.30 Chi ha rapito Babbo Natale. Una compagnia di circensi, arriva alla vigilia di Natale, in un piccolo paese di provincia. La tradizionale parata per le vie del borgo, fatta per attirare il pubblico allo spettacolo serale, lascia gli artisti sbalorditi. Ad ogni porta, muro, palo della luce o semaforo è appeso un cartello: BABBO NATALE E’ STATO RAPITO. Gli artisti sono senza parole, si commuovono fino alle lacrime. Solo esseri senza cuore come gli efferati Bassotti potevano ordire un piano così diabolico e pensare di privare i bambini del loro Natale. E poi chi avrebbe mai avuto voglia di festeggiare, andare al circo, con un problema così da risolvere?

Lo spettacolo unisce diverse tecniche di rappresentazione: narrazione, giocoleria acrobatica, canto. In scena Vincenzo de Rosa, Alessandra Leo, Alessia Marrocu, Emanuela Cao.

Una produzione che vede riuniti in modo straordinario Is Mascareddas e Laborintus è invece Storie di Leo, in scena mercoledì 18 alle ore 21, di e con Donatella Pau e Angelo Vargiu (clarinetto).

Nelle favole di Leonardo da Vinci entriamo fin dalle prime battute in una esperienza di scoperta straordinaria, che incarna, con immediata evidenza, l’estraneità della grande letteratura per ragazzi ai facili pedagogismi, il raggiungimento di profonde moralità attraverso il rifiuto di ogni moralismo paternalista calato dall’alto. Un tavolino inclinato è scena essenziale e unico filtro tra spettacolo e spettatore, un tavolino che ha le fattezze di un banchetto di scuola antico, che sbuca da un passato indefinibile. Su esso appaiono, prendono la scena o trasvolano, per ritornare poi nel buio, oggetti che sembrano generati da un baule magico, e che miniaturizzano la variegata realtà inventata da Leonardo: formiche, fringuelli, chiavi, serrature, cardellini, falconi, anatre, ragni, farfalle, topi, ostriche, chicchi di grano, costruiti con dedizione artigianale e attenzione al dettaglio che sono un tratto costante della poetica visiva di Is Mascareddas. Oggetti e animali, Donatella Pau, Tonino Murru e Mimmo Ferrari.

Ancora dedicato ai ragazzi è l’appuntamento in calendario giovedì 19 alle 10.30 con la compagnia nuorese Bocheteatro impegnata in Il Pianeta fai da te.  

Il progetto nasce per sensibilizzare i bambini sui rischi dell’inquinamento ed educarli alla raccolta differenziata,  proponendo dei corretti modelli di comportamento ambientale.

“Sul palcoscenico un mucchio di rifiuti ed un astronave con due strani personaggi che aiuteranno a far capire ai bambini l’importanza di poter vivere in  un mondo differente, affrontando la sfida in modo creativo e giocoso per raggiungere davvero il traguardo di un mondo finalmente pulito.

Tutti gli oggetti presenti nello spettacolo sono stati realizzati da Monica Corimbi, responsabile del settore teatro ragazzi della compagnia Bocheteatro di Nuoro.

Tutti i materiali usati nello spettacolo, scene, costumi e oggetti vari, sono frutto di un abile riciclaggio di materiali pre-esistenti. Lo spettacolo è scritto e interpretato da Monica Corimbi in scena con Monica Farina. Regia Giovanni Carroni

 

Si chiude venerdì 20 alle 21.00 con la compagnia AnalfabElfica in scena con Ludwig 5+7, una performance di teatro e movimento che nasce dallo studio di due fonti: il Mito della Caverna di Platone e la Quinta Sinfonia di Beethoven.

La problematica della conoscenza preclusa ai prigioni del Mito della Caverna è sintetizzato in una prigionia che, nell’uso della benda, di cui non è consapevole colui che la indossa, traduce una cattività data dal controllo del sapere e, con riferimento ai tempi in cui viviamo, dal controllo dell’informazione. Un incidente, la caduta della benda, offre ad uno dei prigioni la possibilità di uscire da questo sistema di schiavitù, ma a questo tentativo di evoluzione risponde la presenza del Destino, artefice degli ostacoli in cui si imbatte.

Nella Sinfonia n.7, da cui procede la seconda parte, l’Uomo non è più vittima del Destino, trascende lo scontro, il bene e il male, guarda l’esistenza da un punto di vista superiore, dove ogni evento è necessario. Un trionfo della vita che nasce dalla fatica e dal dolore… gioia strappata con rabbia ai propri fantasmi interiori… “Perché solo attraverso la sofferenza si può giungere alla gioia”, come scriveva lo stesso Beethoven. Soggetto e regia di Enrico Fauro. Interpreti, Emiliano Cappellini, Antonio Scanu, Enrico Fauro.


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