Le polemiche senza fine seguono passo per passo tutte le opere che ospiteranno quel doppio cavo sottomarino che unirà la Sardegna e la Sicilia: 5 anni è la durata prevista, salvo imprevisti come quelli già accaduti a Selargius. Tutto è partito dalla segnalazione pubblica e privata da parte del Comitato di difesa del territorio No Tyrrhenian Link che ha messo in evidenza come la strada per Ussana, arteria secondaria e fortemente utilizzata non solo dagli abitanti della zona bensì da chi la percorre come scorciatoia tra la ss554 e la 387, sia stata gravemente danneggiata presumibilmente dai mezzi pesanti di Terna. L’ordinanza in seguito firmata dalle istituzioni di competenza ha di fatto bloccato i lavori perché ha chiuso al transito la strada impedendo ai non residenti di passare.
Si storce il muso anche anche a Terra Mala, pochi giorni fa i manifestanti si sono recati sul posto “per dire che non ci rassegneremo, continueremo a denunciare quanto sta accadendo ai danni della nostra terra, non ci stancheremo di lottare ancora e poi ancora con la speranza che magari quanto non è riuscita a fare la politica nelle istituzioni, riesca a farlo la magistratura. Blocare il Tyrrhenian Link”.
Nel sito dedicato al progetto si legge: “La tipologia degli interventi non comporta particolare impatto sul territorio salvo che eventualmente per l’aspetto paesaggistico legato alla presenza delle stazioni che, nella specie, sono stati oggetto comunque di attente ed approfondite valutazioni al fine di una collocazione, per quanto possibile, meno invasiva e di un appropriato inserimento visivo. L’impatto previsto è perciò limitato alla sola fase di cantiere e riconducibile al solo traffico veicolare che percorrerà strade esistenti, senza necessità dell’apertura di piste. Tali cantieri avranno comunque estensione e durata limitata e prevedranno il completo ripristino dello stato dei luoghi a realizzazione ultimata. Relativamente alla parte marina i potenziali impatti ambientali sono sostanzialmente circoscritti alla sola fase di realizzazione dell’infrastruttura, in particolare alle attività di protezione dei cavi marini, per effetto dell’interferenza con il fondale e con gli habitat marini. Tali effetti saranno minimizzati attraverso l’adozione di opportune strategie di contenimento e misure di mitigazione in grado di garantire un’efficace protezione dei cavi marini massimizzando al tempo stesso la sostenibilità delle opere e minimizzando l’interferenza degli habitat sensibili in presenza di cui sono attuate le opportune misure di mitigazione. Tutte le attività saranno eseguite sotto costante monitoraggio ambientale, che proseguirà anche dopo la fine della fase realizzativa. Saranno inoltre concordate con le Amministrazioni di volta in volta interessate tempistiche e modalità delle attività di cantiere e sarà mantenuto una costante interlocuzione con ogni Amministrazione comunale di riferimento”.











